Monza, nuovi presidi “rimandati” a settembre: un altro esame per restare in carica

Presidi in sospeso a scuola. Il Tar ha annullato il concorso dei dirigenti per la seconda volta in tre anni. Chi si è insediato chiede di sospendere la sentenza. E si prepara a un “esame”.
Monza, Renata Cumino dirigente scolastico dell’Ipsia
Monza, Renata Cumino dirigente scolastico dell’Ipsia Fabrizio Radaelli

Corsi ricorsi e tutto annullato. Il Tar ha annullato per la seconda volta in tre anni, il concorso presidi, ora cosa succederà, tutto da rifare? Esami a settembre per i neo presidi? Ancora non si sa ma la riforma della buona scuola contiene degli articoli che permetterebbero una sanatoria con la quale gli attuali presidi non perderanno il posto.

«I ricorsi sono stati presentati lo scorso anno da quelli esclusi alle prime e seconde correzioni e dai pluribocciati- spiega Renata Cumino, dirigente dell’Ipsia e vincitrice del concorso – Con la sentenza del 29 giugno del Tar è stato annullato il concorso che ci aveva visto vincitori e con il quale sono state assegnate le nomine. Noi con il Ministero abbiamo richiesto al Consiglio di Stato una “sospensiva” e fatto appello allo stesso Consiglio in modo che i tempi si possano diluire, almeno per permetterci di continuare a lavorare il prossimo anno, probabilmente ci sarà un colloquio confermativo dell’esperienza maturata durante questo primo anno».

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Il rischio è che gli istituti vengano decapitati, restando senza dirigenti. «La richiesta della sospensiva è per evitare che le scuole restino nuovamente scoperte. Questa situazione è destabilizzante a livello personale ma anche per l’intero comparto scuola», aggiunge Renata Cumino. Solo lo scorso anno, di questi tempi, venivano nominati i nuovi seicento presidi che avevano superato, per due volte, il concorso e ora, a distanza di un anno pare che tutto sia da rifare.

La pensa allo stesso modo Angelo Valtorta preside dell’Hensemberger, a sua volta arrivato lo scorso anno alla guida della scuola monzese: « La sentenza del Tar ha annullato le graduatorie del concorso per un vizio di forma, il Ministero non ha presentato le pezze giustificative della nomina. Proprio il Miur ha chiesto la sospensiva al Tar della sentenza e noi continueremo a essere operativi, parallelamente nelle legge sulla buona scuola, l’articolo 88, prevede una salvaguardia per chi ha superato le fasi del concorso (prima annullati con esiti positivi) e svolto durante quest’anno l’incarico. Per loro, e quindi anche per me, sarà possibile fare un colloquio orale confermativo anche sulla scorta dell’esperienza maturata».

Una sorta di “esame di riparazione” per chi ha sostenuto e superato per due volte il concorso, ma a livello umano è incomprensibile.

«Questa è una situazione folle- continua Valtorta- credo sia la prima volta che un concorso, annullato due volte in Lombardia e causato, in entrambi i casi, dalla negligenza e superficialità della pubblica amministrazione. Senza contare i soldi spesi dallo Stato per questi due anni, ora si rischia di spendere ancora e il Tar ha chiesto 150mila euro allo Stato per ogni ricorrente chi paga? Sono sulle spalle dei cittadini. Come da tre anni viviamo in una fase di incertezza, come dice un famoso proverbio “Errare è umano perseverare è diabolico” ora noi non rischiamo di essere sollevati dall’incarico, la prendiamo con filosofia e continuiamo a lavorare. Amo questo lavoro – conclude il dirigente – e si continua anche in mezzo alla tempesta e l’obiettivo primario è il bene della scuola».