Monza, l’incubo di via San Gottardo: «I treni non ci fanno dormire»

I residenti di via San Gottardo a Monza fanno fronte comune: il rumore dei treni passeggeri e merci che passano sotto le loro case rende loro insopportabile la vita: i divani tremano, la televisione non si sente e la notte non si riesce a dormire
Monza lavori ferrovia, alcuni residenti di via San Gottardo con il rilevatore dei decibel
Monza lavori ferrovia, alcuni residenti di via San Gottardo con il rilevatore dei decibel Fabrizio Radaelli

I residenti sono esasperati. Il divano balla, la televisione smette di sentirsi. C’è chi ha già i tripli vetri, chi non dorme una notte filata da ormai troppo tempo. Chi si è dotato di fonometro e rileva i decibel di rumore generati dal passaggio di treni merce e treni passeggeri. Chi presenta istanze dai primi anni Novanta, senza dover per forza ottenere un cambiamento, ma almeno uno straccio di risposta.

Ora, però, hanno deciso di riunirsi e di fare fronte comune. In via San Gottardo a Monza la situazione è estrema e si teme possa ulteriormente precipitare con l’invasione dei maxi treni merce che passeranno per la città non appena il nuovo tunnel del Gottardo entrerà in funzione a pieno regime. «Quello che preoccupa è che tutte le istituzioni, dal comune alla provincia alla regione – ha commentato Giampietro Mosca di Insieme per Monza, intervenuto a sostegno dei residenti – al momento tacciano. Sembrano non porsi alcun tipo di problema di fronte al fatto che su questa ferrovia, di qui a poco, possano passare 250 treni merce tutti i giorni, concentrati principalmente nelle ore notturne. Si tratta di una prospettiva folle – ha dichiarato senza mezzi termini – se costruissimo un’autostrada a quattro corsie nel centro della città probabilmente avremmo un impatto ambientale inferiore».

La dose viene rincarata da uno dei residenti: «La situazione è drammatica – aggiunge Erminio Ariano – nonostante tutti i rilievi fonometrici compiuti negli anni passati anche dal comune e nonostante la legge antirumore, qui ci troviamo completamente fuori dai parametri. Le istituzioni ci danno ragione, ma poi non fanno altro che scaricarsi il barile una sull’altra». Secondo i residenti un barlume di speranza potrà arrivare solo in tempo di campagna elettorale, quando qualcuno, per raccogliere voti, si deciderà a portare avanti questo discorso. «Altrimenti – concludono – noi qui siamo abbandonati».

Per rendere possibile il passaggio dei maxi treni, poi, sono già stati avviati una serie di lavori lungo il corso dei binari: si dovranno abbassare le rotaie di circa mezzo metro e ampliare i tunnel delle gallerie. «È estremamente importante – ha commentato l’ingegner Mario Bazzi – che si studi anche l’impatto generato dalle vibrazioni, un problema che colpisce principalmente i piani alti dei condomini». L’unica soluzione possibile sarebbe quella di ricoprire l’intero tratto. Solo così, secondo i residenti, ci si riuscirebbe a proteggere. «Anche perché – prosegue Bazzi – non bisogna dimenticare che treni merci possono oggettivamente trasportare qualsiasi cosa, dal legname al metano al gpl: sono estremamente pericolosi». Oltre che infinitamente lughi, dai 700 ai 900 metri, e così rumorosi da risultare fuori legge: «Quelli arrivano anche a 120 decibel – spiega Violano Galmarini, misurando le frequenze con un fonometro a ogni passaggio di treno – il doppio rispetto ai valori consentiti dalla legge in una zona residenziale, mentre i treni passeggeri raggiungono i 95 decibel».

Zona che, oltre ai problemi legati alla ferrovia, deve anche fare i conti con urla e schiamazzi notturni, spaccio di droga e intralci alla viabilità legati alla sosta selvaggia. «Abbiamo intenzione di organizzaare dopo l’estate una grande manifestazione pubblica che accenda, finalmente, l’attenzione su questo problema, prioritario, di qualità ambientale che interessa una buona porzione di centro storico».