Monza, l’appello ai candidati sindaco: «Cancellate il progetto Chiosconi»

Sulla strada verso l’11 giugno arriva l’appello ai candidati sindaco per Monza: «Cancellate il progetto Chiosconi». Lo chiedono le associazioni culturali che avevano promosso la raccolta firme contro il progetto “Le rive del Lambro”.
Monza Chioschi commerciali rendering chiosco tipo
Monza Chioschi commerciali rendering chiosco tipo Fabrizio Radaelli

Sono stati in silenzio per qualche mese. Solo, però, per lavorare al meglio dietro le quinte. Le associazioni culturali della città che alla fine del 2015 hanno promosso la raccolta firme contro l’installazione dei chioschi inerenti al progetto “Le rive del Lambro” stanno stendendo un documento da presentare al più presto ai candidati sindaco della città di Monza.

GUARDA La risposta sui chiosconi nel Faccia a faccia del CittadinoMB

Oggetto: la revoca della delibera che ha approvato l’installazione di tredici dehors nel centro storico, lungo un percorso che, dalla stazione di Monza, si snoda fino ai boschetti reali. La nuova iniziativa è stata ufficialmente presentata lunedì 29 maggio, durante una conferenza stampa convocata negli spazi della saletta reale di via Arosio. Oltre duemila, ormai, le firme raccolte dalle associazioni – una trentina, in totale, quelle che hanno aderito al movimento di opposizione nel corso dei mesi: le firme sono state già da tempo consegnate agli uffici comunali competenti e debitamente protocollate.

«È il momento giusto, questo – ha commentato Ettore Radice, in qualità di portavoce di tutte le associazioni – per far sentire di nuovo il nostro parere».

La “cordata” culturale ancora spera di interrompere un’iniziativa che aveva provocato forti malumori e indotto gli uffici comunali ad apportare alcune modifiche al progetto iniziale (la riduzione delle dimensioni dei chioschi più piccoli da 20 a 15 metri quadri e lo spostamento dei dehors di piazza Carrobiolo e via Gerardo dei Tintori in piazza Castello e via Gramsci).

Ma Vincenzo Ascrizzi, ex assessore e titolare di Saum srl, promotore dell’iniziativa, tira dritto per la sua strada: «L’iter amministrativo è stato concluso – ha commentato – ora stiamo valutando e gestendo le cessioni conto terzi». I chioschi, infatti, avranno finalità commerciali. Ma offriranno anche un punto di accesso per i servizi online promossi dal comune, oltre che informazioni turistiche e altre facilitazioni. Una revoca del progetto sarebbe impossibile, a detta di Ascrizzi, anche in caso di sconfitta, alle prossime elezioni, di Roberto Scanagatti, la cui giunta ne aveva dato il via libera con una delibera approvata ormai quasi due anni fa. Anzi, Ascrizzi rincara la dose: «Se i tempi sono stati lunghi – ha aggiunto – è perché abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare al meglio per offrire alla città dehors dall’alto livello qualitativo».

Gli ha fatto eco l’assessore alle Attività produttive Carlo Abbà: «È tutto al vaglio degli uffici. Su alcuni, poi, si dovrà esprimere anche la Sovrintendenza – ha dichiarato – Ma il progetto va avanti». Difficile, ancora, al momento, prevedere delle tempistiche per la posa dei chioschi. L’intenzione è quella iniziare l’installazione dalle zone più calde, quelle che necessitano maggior presidio. E quindi piazza Cambiaghi, piazza Castello, via Gramsci e i boschetti reali. Nel programma elettorale del centrosinistra i chioschi sono presentati come presidio civile contro il degrado. Per altri, come il Movimento 5 stelle, sono dichiaratamente un progetto da cancellare.