Monza, la battaglia dell’ex Maestoso e un progetto di recupero che non parte (o forse ad agosto)

Dopo il raid che ha abbattuto la palizzata dell’ex cinema Maestoso di Monza, la rabbia crescente dei residenti per un monumento al degrado che resiste al centro del quartiere in via Sant’Andrea. I lavori di riqualificazione forse da agosto.
Monza Atti vandalici cine teatro Maestoso
Monza Atti vandalici cine teatro Maestoso Fabrizio Radaelli

Vernice grigia per coprire ingiurie e bestemmie che negli ultimi mesi erano comparsi ,di giorno in giorno, sulla palizzata di legno intorno all’ex cinema Maestoso di Monza, in via Sant’Andrea. Poi una scritta in bianco che voleva essere un messaggio chiaro per una città che sembra incurarsi delle condizioni fatiscenti delle sue aree dismesse: “C’è bisogno d’arte”.

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Intervento artistico a parte, nel quartiere resta alta la preoccupazione per le sorti dell’edificio che è un monumento al degrado. La proprietà (la stessa che ha completato parte del nuovo centro commerciale di Arese) non rilascia dichiarazioni, ma le voci che si rincorrono nel quartiere e in commissione urbanistica danno l’avvio dei lavori per agosto.

«La proprietà ha in mano tutte le autorizzazioni per partire – conferma l’assessore al Commercio Carlo Abbà – anche il Comune ha interesse per questo progetto che prevede la realizzazione di un supermercato, spazi per uffici e anche un nuovo centro civico».

Nel quartiere sale la rabbia: «Nell’ultimo anno abbiamo tenuto i contatti con l’avvocato della proprietà – spiega Letizia Rabbone, medico pediatra e portavoce del comitato dei residenti – ora non risponde più alle nostre mail e ci sentiamo presi in giro. D’ora in poi ci rivolgeremo direttamente al Comune perché non è possibile che si permetta ad un privato di tenere una struttura in questo stato».

Dito puntato contro le condizioni igieniche del luogo, la puzza di orina che si avverte passando, la presenza di topi a pochi passi dalle abitazioni, il degrado generale, le scritte ingiuriose sotto gli occhi dei bambini che passano lì davanti per andare a scuola o ai giardinetti. «Lì dentro la sera succede di tutto – concludono gli abitanti – e noi abbiamo anche paura di rientrare a casa e trovarci nel mezzo di una guerriglia urbana».

Il messaggio degli artisti Roberto Spadea e Felice Terrabuio era durato il tempo di un paio di notti. Davanti ai primi attacchi dei writer avevano risposto prontamente con nuova vernice grigia, ma nulla hanno potuto davanti ad un vero e proprio “assalto”, quando uno ad uno sono stati abbattuti i pannelli di legno a protezione di quella che era fino al 2008 la sala cinematografica più grande della città.

«Abbiamo preso accordi con la proprietà – spiega Spadea – e ottenuto i permessi per il nostro intervento artistico. Ci era stato chiesto di fare qualcosa per coprire le scritte ingiuriose. Evidentemente abbiamo dato fastidio a qualcuno. L’attacco subito mostra una città a corto di cultura»

Nessuna voglia di arrendersi: «Torneremo ad intervenire sulle altre scritte che sono comparse sulla facciata – spiega Terrabuio – poi la proprietà sta richiedendo preventivi per una recinzione più solida e ripristineremo il nostro lavoro».