Monza, in ospedale rubano le sedie a rotelle: «Se succede, la ripaga l’utente»

Ormai anche in ospedale bisogna stare ben ancorati alla propria cadrega. Prima che qualcuno la porti via. Al San Gerardo di Monza, nelle ultime settimane, dilaga l’abitudine di rubare le sedie a rotelle, anche se vecchie e spesso malconce. Due negli ultimi sette giorni.
Monza, sedie a rotelle all’ospedale San Gerardo
Monza, sedie a rotelle all’ospedale San Gerardo Fabrizio Radaelli

Ormai anche in ospedale bisogna stare ben ancorati alla propria cadrega. Prima che qualcuno la porti via. Al San Gerardo di Monza, nelle ultime settimane, dilaga l’abitudine di rubare le sedie a rotelle, anche se vecchie e spesso malconce, e gli addetti alla distribuzione all’ingresso ovest, stanchi di queste razzie, invitano i pazienti a non perderle mai di vista.

A raccontare l’episodio è un utente che all’inizio della settimana, come è ormai abitudine, accompagna in ospedale la moglie che si deve sottoporre a diversi esami. La donna, avendo difficoltà motorie, si affida alle carrozzine messe gratuitamente a disposizione dall’azienda ospedaliera.

Come succede da anni la paziente fornisce un documento di identità e riceve un numero abbinato alla sedia a rotelle. Alla fine della visita riporta il numero e la carrozzina, vedendosi restituire il documento.


«Gli addetti mi hanno però consigliato di tenermi ben stretta la sedia a rotelle, anche quando mia moglie entra in ambulatorio per le visite e deve lasciarla fuori – racconta – Infatti nell’ultima settimana hanno rubato ben due sedie rotelle».
Un bel costo per l’azienda ospedaliera, dove ogni giorno accedono migliaia di pazienti, molti dei quali affidandosi anche al servizio di prestito gratuito delle carrozzine.
«Mi hanno detto che se me l’avessero rubata, l’avrei dovuta ripagare all’azienda», precisa il lettore. Che intimorito non ha mai perso di vista il mezzo.

Una brutta abitudine che un tempo riguardava soprattutto il Pronto soccorso che spesso si vedeva sprovvisto di sedie a rotelle disseminate nei vari reparti dove i pazienti vengono poi dirottati per ricoveri o per sottoporsi agli esami. E al Pronto soccorso hanno trovato una soluzione artigianale, scrivendo dietro allo schienale con il pennarello indelebile il reparto di provenienza. In questo caso, invece delle carrozzine per il trasporto dei pazienti non ricoverati, non si è vista più traccia.
«Mi hanno spiegato che molti utenti sono ritornati all’ingresso dicendo di non aver più trovato la sedia a rotelle una volta usciti dall’ambulatorio – racconta il nostro lettore – Peraltro nessuno ha certo l’intenzione di rubare una carrozzina vecchia, che alcune volte ha anche difficoltà di spostamento e messa a disposizione dei pazienti».

Ma quello che maggiormente preoccupa il lettore è, in caso di furto, dover poi ripagare la carrozzina. «Sarebbe un bell’affare per l’ospedale – conclude – Che certamente vorrebbe un mezzo nuovo. Da ora in poi mi porterò la sedia a rotelle da casa e quando entrerò in ambulatorio con mia moglie la piegherò e me la porterò appresso».