Monza, imprenditore scrive a Mattarella per aggiungersi tre cognomi al nome

Vorrebbe chiamarsi Massimo Giovanni Lodovico Vignati Cadamosto Visconti Pallavicino ma lo Stato non glielo consente e per ora deve accontentarsi dei due nomi aggiuntivi. Per i tre cognomi invece ha scritto al presidente della Repubblica, Mattarella.
Monza, imprenditore scrive a Mattarella per aggiungersi tre cognomi al nome

Vorrebbe chiamarsi Massimo Giovanni Lodovico Vignati Cadamosto Visconti Pallavicino ma lo Stato non glielo consente e per ora deve accontentarsi dei due nomi aggiuntivi, Giovanni Lodovico, ottenuti nel 2011.

Per i tre cognomi in più, appartenenti a suoi avi (come i nomi di battesimo), dei quali vuole conservare memoria, la faccenda si complica. Secondo la prefettura di Lecco, che ha respinto la richiesta, l’aggiunta «riveste un carattere eccezionale, è ammessa solo in presenza di situazioni oggettivamente rilevanti (…) l’aggiunta di cognomi estinti da lungo tempo può indurre confusione e incertezza sull’identità della persona».

Imprenditore 41enne, monzese di nascita e lodigiano d’origine, per quei tre cognomi aggiuntivi sta conducendo una lunga (e costosa) battaglia. «Non è un vezzo» dice mentre, elegantissimo, è seduto nello studio monzese, altrettanto chic, dell’avvocato che l’assiste, Edoardo Colzani. Si è rivolto addirittura al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con un ricorso straordinario (anche questo respinto) «costato 800 euro», dice il legale, per chiedere l’annullamento del diniego del prefetto, ed è pronto addirittura a ricorrere all’Unione Europea. Intanto (per ora) è costretto a restare Massimo Giovanni Lodovico Vignati.

«Il mio intento è la conservazione storica, non l’autocelebrazione. Io non amo il gossip» dice. Nell’istanza presentata alla Prefettura – e poi respinta – spiega che la richiesta è finalizzata: «a perpetuare la memoria di famiglia». Cadamosto, Visconti e Pallavicino sono«illustri famiglie lodigiane» che Vignati, di lì originario, dice abbiano avuto legami di parentela con la sua. Di qui il desiderio di «mantenere integro il patrimonio storico, salvaguardare nel tempo il legame di parentela e identificare maggiormente la propria famiglia per evitare confusioni ed omonimie». «Di Vignati ce n’è così tanti…» dice, mentre spiega che i Pallavicino avevano un feudo a Stupinigi e l’ultima della dinastia, Camilla: «sposò un Vignati». Quanto ai Visconti: «Non si può isolare un cognome senza predicato in quanto i Vignati erano dei nobili di Lodi». I Cadamosto? «Tra loro c’è stato un vescovo a molti condottieri, la famiglia si è più volte imparentata con i Vignati». E poi c’è il diritto araldico: «la discendenza è di sangue ed è possibile inquartare (inserire ndr) nello stemma i quattro blasoni delle famiglie».

La documentazione è ricca: «Io ragiono da storico e non da mero burocrate» dice. Ha presentato quattro fascicoli risultato di un’accurata ricostruzione storica «effettuata da tre professionisti» che hanno fatto minuziose ricerche in archivi, anche «al Vescovado e nelle cancellerie della Curia, con duplice firma». Mentre l’istituzione si accontenta di citare una circolare del Ministero e «privilegia l’interesse pubblico alla certezza dell’identificazione a totale discapito degli interessi privati (storici, affettivi e morali) che supportano la richiesta».

Il Ministero dell’Interno – che ha chiesto un parere sul ricorso al Consiglio di Stato – dai quattro fascicoli trae una sola conclusione: «i cognomi di cui si chiede l’aggiunta si sono estinti, nella stirpe dell’interessato, rispettivamente Cadamosto nel 1497, Visconti nel 1593 e Pallavicino nel 1557 (…) Dato il lungo tempo trascorso si è persa la funzione individuatrice del ceppo familiare».

E cita l’articolo 6 del Codice civile: «che esprime di massima il favore per la certezza e stabilità del nome nel binomio comprensivo del prenome e cognome, e al comma terzo consente aggiunte e rettifiche (…) perché ridicolo o vergognoso o perché rivela l’origine naturale».

Ma Vignati non demorde: ne fa anche una questione utilitaristica visto che guida un’azienda (la Vignati srl) che si occupa di archeogastronomia «con la riproposizione di alcune pregiate ricette di famiglia». Quale? La Vignati Cadamosto Visconti Pallavicino naturalmente