Monza, il villaggio per l’Alzheimer pronto in soli 14 mesi: «Un’eccellenza tecnologica»

Si completerà a Monza entro un anno, quattordici mesi per l’esattezza, il progetto del Paese ritrovato, il primo villaggio in Italia costruito a misura di paziente affetto da Alzheimer. Un villaggio ad alto tasso tecnologico.
Monza Cantiere villaggio Alzheimer
Monza Cantiere villaggio Alzheimer Fabrizio Radaelli

Si completerà a Monza entro un anno, quattordici mesi per l’esattezza, il progetto del Paese ritrovato, il primo villaggio in Italia costruito a misura di paziente affetto da Alzheimer. Il cantiere, avviato in questo mese, procede celermente e la consegna è prevista entro marzo del prossimo anno. Per quella data il villaggio, pensato come un piccolo paese in miniatura, con case, negozi, una piazza centrale e persino un teatro, verrà aperto al pubblico, pronto ad accogliere i primi pazienti. Il progetto, pensato dalla cooperativa La Meridiana e progettato dallo studio di architettura di Giovanni Ingrao, sarà un’eccellenza in Italia e uno dei primi in Europa.


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Un precedente simile si trova in Olanda, «ma si tratta di una struttura scarsamente tecnologica, basata più che altro sul rapporto uno a uno tra pazienti e personale», spiega Ingrao. Nella struttura di viale Elvezia, invece, la tecnologia di ultima generazione sarà la vera protagonista.

«Abbiamo curato un involucro ricchissimo di dettagli, adattandolo a una struttura tradizionale», conferma Emanuele Gramegna, coprogettista.


Allo staff tecnico il comitato scientifico del progetto ha imposto pochissimi ma fondamentali paletti: lunghi percorsi camminabili fuori e dentro gli otto appartamenti a disposizione dei pazienti, luci pensate per creare emozioni ed essenze diffuse nelle stanze scelte per suscitare e stimolare ricordi. Ma non solo. Ognuna delle sessantaquattro stanze dove saranno alloggiati gli ospiti del Paese ritrovato disporrà di una parete interattiva capace di riprodurre i visi e le voci delle perone care.

«Si tratta di un progetto davvero all’avanguardia per questo i primi pannelli verranno installati in maniera sperimentale nel centro diurno Alzheimer che è già operativo all’interno della residenza San Pietro», aggiunge Ingrao.

Dopo qualche mese di osservazione si potrà capire se questi accorgimenti potranno essere davvero utili ai pazienti, così come l’impianto elettrico, curato da Marco Bollaci. «Abbiamo pensato di integrare la luce naturale del sole negli spazi del giardino, per ovviare alla copertura d’ombra procurata dalle case costruite a ridosso della struttura – spiega -. In questo modo i pazienti potranno godere del sole e della luce piena anche quando il giardino è in ombra»

Altrettanto curato sarà anche il progetto per l’impianto termico, coordinato da Paolo Angiolini della Mudi Ingegneria. «Dal punto di vista energetico sarà una struttura quasi a costo zero, grazie all’impianto fotovoltaico. Inoltre i pazienti potranno regolare la temperatura all’interno degli appartamenti, il calore verrà infatti direzionato solo laddove sarà necessario». Il Paese ritrovato è pronto a nascere.