Monza: il palazzo ex Upim non si può abbattere? Allora proviamo a reinventarlo

Qualcuno ci ha anche provato a pianificare il suo abbattimento, ma alla fine è sempre lì. Il palazzone ex Upim nato nel 1956 è improbabile scompaia da Monza. E allora il Cittadino ha pensato di farlo reinventare, almeno per gioco. La prima proposta è di Felice Terrabuio.
Il palazzo dell’Upim secondo Felice Terrabuio
Il palazzo dell’Upim secondo Felice Terrabuio

Il punto di partenza è questo: l’edificio che tutti conoscono come palazzo dell’Upim non sarà mai abbattuto, nonostante alberghi nei sogni di tanti monzesi il ripristino del pratum magnum. Quindi? Quindi si può pensare come aggiornarlo e farlo bello: il Cittadino ha chiesto ad alcuni architetti di pensare al rinnovo dell’ingombrante “palazzone”. Ovviamente è un gioco, niente più. E il primo a giocare è Felice Terrabuio, che dalla sua ha una carta in più: non pensa sia insalvabile. Ecco la sua proposta.

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Tutti i monzesi hanno imparato a convivere con il cosiddetto ”PalaZZone” della piazza Trento e Trieste, ubicato in un punto strategico della città, ma indubbiamente esteticamente datato per non dire anonimo e grigio in tutti i sensi. Forse allora il progettista pensava ad una costruzione di volumi decisi e rigorosi in grado di dialogare in un confronto di stili con il Palazzo Comunale situato proprio di fronte. Oggi la sede municipale conserva una sua identità e riconoscibilità, mentre il Palazzone appare decisamente inattuale e privo di identità.

Che fare? Come rispondere in modo efficace, rapido, e realisticamente praticabile ad una istanza di riqualificazione di un luogo simbolico così decisivo per l’identità urbana della città di Monza?

Un “PalaZZone” rimodulato dal colore. Una sorta di metamorfosi basata sull’impatto estetico ed emotivo grazie all’energia immediata, immediatamente comunicativa del colore. Un maquillage, un camouflage grazie all’inserzione di un ritmo cromatico crescente e decrescente di gradazioni secondo moduli stile Pantone per riformulare il ritmo visivo della facciata ovest del palazzo (nelle parti rivestite in piastrelle), secondo un nuova tavolozza cromatica che riformula il modo di affacciarsi sulla piazza Trento Trieste creando un gioco animato da un movimento visivo creato dal gioco di sfumatura che genera un effetto di movimento percettivo in grado di creare un personalissimo effetto di fondale optical sullo scenario della centralissima Piazza Trento e Trieste che ne risulta arricchita di un’opera in gradi di evocare una stagione dell’arte contemporanea italiana ed europea di grande rilevanza come quella della pittura optical. Si tratta di trasformare con un intervento a bassa intensità di trasformazione e di risorse economiche, la facciata di un edificio che per la posizione che occupa può trasformarsi in una risorsa identitaria, in un fondale ideale perfettamente allineato con la vocazione polivalente della piazza e sintonizzato con una nuova vocazione a un respiro contemporaneo di matrice europea per la città di Monza. Una nuova sensibilità per una maggiore enfasi di tipo cromatico negli spazi pubblici e nel panorama urbano costituisce una iniezione di ottimismo e di energia vitale e sociale e contribuisce ad innalzare il livello emotivo di ottimismo e diffondere una maggiore sensazione di benessere nei cittadini e nei fruitori dello spazio urbano.

Il “PalaZZOne” gioca con la libertà dei colori, una profusione policroma con particolare attenzione ai colori caldi, dall’arancione alle variazioni del giallo, per diffondere un clima di maggiore calore nella temperatura emotiva della cittadinanza, per stimolare una percezione di benessere diffuso e infondere serenità e felicità.
Felice Terrabuio