Monza, il grido di via Sant’Alessandro 46: «Aiuto, siamo ostaggi del crimine»

Via Sant’Alessandro civico 46 a Monza: una polveriera che rischia di esplodere da un momento all’altro a sentire gGli inquilini che, esasperati, minacciano di farsi giustizia da soli. Come già, peraltro, successo in passato.
Monza Casa di ringhiera in via sant'Alessandro
Monza Casa di ringhiera in via sant’Alessandro Fabrizio Radaelli

Via Sant’Alessandro civico 46 a Monza: una polveriera che rischia di esplodere da un momento all’altro a sentire gGli inquilini che, esasperati, minacciano di farsi giustizia da soli. Come già, peraltro, successo in passato.

Una situazione al di là dell’immaginazione quella che raccontano alcuni residenti della casa di corte a ridosso della ferrovia. Una residenza dove, da ormai cinque anni, regnano anarchia, illegalità e microcriminalità. Con la paura che tra i numerosi inquilini nordafricani che continuano ad entrare ed uscire dalle abitazioni si possa celare anche qualche terrorista.

«Non ne possiamo più – raccontano – Non sappiamo chi sono i nostri vicini di casa, c’è un costante e inquietante andirivieni di persone a tutte le ore del giorno e della notte. Oltre

ai problemi di spaccio, delinquenza e fino a poche settimane fa persino di prostituzione». Una realtà ben nota alle forze dell’ordine che nel 2007, proprio grazie all’aiuto degli inquilini, fecero una maxiretata. Immagini da film con spacciatori che si erano gettati dalla finestra e fuggivano lungo la ferrovia. Ma dopo lo scandalo tutto è tornato come prima. Anzi peggio.


«Spacciano sia di giorno sia di notte – continuano – Abbiamo paura per i nostri figli che rincasano la sera tardi. Tutto avviene alla luce del sole: nelle parti comuni, nel cortile, all’ingresso vicino al sottopasso ciclopedonale. Abbiamo persino trovato persone che facevano sesso sulle scale e extracomunitari che dormivano accampati nei sottotetto accendendosi il falò».

Poi c’è il grande problema della sicurezza: alcuni inquilini morosi si sono visti tagliare luce e gas e in queste fredde giornate si riscaldano accendendo le candele. Con il rischio di appiccare qualche incendio. «Come avvenuto nella notte tra domenica e lunedì scorsi – continuano – Alcuni inquilini hanno smantellato casa gettando mobili e suppellettili nel cortile. E poi per scaldarsi hanno dato fuoco, incendiando anche i cassonetti della raccolta differenziata».

I residenti, esasperati, non sanno più a che santo votarsi. «Qui le forze dell’ordine ormai sono di casa – continuano – Anche in Comune conoscono bene la situazione avendo incontrato sia con gli assessori sia il comandante dei vigili. Dopo lo stupore iniziale nessuno è intervenuto. Inoltre abbiamo presentato 17 esposti per denunciare questa situazione di illegalità. Ma a oggi senza avere una risposta».

Chi denuncia, anzi rischia grosso. «Il vecchio amministratore del condominio è stato minacciato sotto casa – continuano – Noi abbiamo ricevuto minacce di morte, ma non ci arrendiamo».
Le più battagliere sono le donne che sono persino passate alle mani esasperate da questa situazione e che non si tirano indietro. Ma la paura è grande soprattutto dopo i recenti fatti del terrorista ucciso a Sesto San Giovanni.

«Qui c’è un continuo via vai di nordafricani – precisano – Non sappiamo chi sono i nostri vicini di casa, mancano i controlli seri da parte dei messi comunali. Qui ha persino la residenza un senzatetto che dorme sotto i ponti di San Rocco. Per il Comune, dati dell’Ufficio statistiche alla mano, al 2013 c’erano 62 appartamenti per 159 residenti ma noi che qui viviamo sappiamo che sono molti di più. Ma non sappiamo chi sono».