Monza, gli studenti del Bianconi girano un corto sul bullismo: ecco Il Vampiro muto

VIDEO - Un progetto alla scoperta del mondo del cinema. È l’iniziativa che ha coinvolto i ragazzi delle classi seconde e terze medie del collegio Bianconi, che si è concretizzata nel cortometraggio “Il vampiro muto” su indifferenza, esclusione e bullismo.
Il progetto cinematografico alla scuola media Bianconi di Monza
Il progetto cinematografico alla scuola media Bianconi di Monza Alessandra Sala

Un progetto alla scoperta del mondo del cinema. Conoscere tutto quello che ruota dietro una videocamera, per imparare il linguaggio cinematografico. Questa l’iniziativa che ha coinvolto i ragazzi delle classi seconde e terze medie del collegio Bianconi, che si è concretizzata nel cortometraggio “Il vampiro muto”.

Un’esperienza che da alcuni anni i ragazzi scelgono di fare e che ha sempre portato risultati positivi, come spiega la docente Elisa Fossati: «Quest’iniziativa rientra tra le attività curriculari e vuole far emergere le abilità trasversali dei ragazzi. Collaboriamo con la Gpg Film di Lissone, e con Stefano Fossati di Studiomediavideo. I professionisti spiegano ai ragazzi a leggere cosa c’è dietro a un’immagine, e capire se un prodotto è fatto bene oppure male».

Una volta conclusa la parte introduttiva sono stati gli stessi studenti a decidere che il tema del loro corto sarebbe stata l’esclusione e l’indifferenza.
«Il bullismo è un tema che va molto di moda allora abbiamo pensato ad una cosa più profonda che però mettesse in primo piano il problema delle derisioni e facesse capire cosa si prova sia ad essere vittima che bullo – spiega Michele Serughetti, uno degli studenti – Anche per dare un maggior significato al nostro lavoro abbiamo voluto usare il linguaggio espressivo. Così lo spettatore deve restare sempre incollato allo schermo, non può distrarsi perché altrimenti perderebbe il senso del film».

Un lavoro corale che li ha coinvolti ognuno con un ruolo preciso, individuato dopo un accurato casting. Tutto il percorso non è stato facile per i ragazzi, sin dalla stesura della sceneggiatura, perché ognuno aveva un’idea diversa, ma alla fine sono riusciti a realizzare un buon prodotto. «È stato un bel progetto – conclude Michele – ho capito che fare questo lavoro, sia dietro la macchina da presa, che nelle vesti di attore, è faticoso».

Il Vampiro Muto

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