Monza, gli negano il trasferimento e il detenuto tenta due volte il suicidio in carcere

Ha tentato di togliersi la vita per due volte in una settimana. È un detenuto nella casa circondariale di Monza cui sarebbe stato negato il trasferimento in un altro carcere, una richiesta mai accolta che lo ha spinto a due tentativi di suicidio. Soccorso dagli agenti di sorveglianza.
MONZA CARCERE VIA SANQUIRICO
MONZA CARCERE VIA SANQUIRICO Radaelli Fabrizio

Ha tentato di togliersi la vita per due volte in una settimana. È un detenuto nella casa circondariale di Monza cui sarebbe stato negato il trasferimento in un altro carcere, una richiesta mai accolta che lo ha spinto a due tentativi di suicidio. Lunedì 31 ottobre l’uomo, un collaboratore di giustizia trentenne, si è inflitto ferite alle braccia e al collo con una lametta da barba: soccorso in codice giallo dagli agenti, è stato trasferito non in pericolo di vita all’ospedale San Gerardo. Una settimana prima aveva cercato di impiccarsi alle sbarre della cella con la cintura dei pantaloni.

Oltre al trasferimento negato, ad aggravare il suo stato anche l’impossibilità per i collaboratori di giustizia di usufruire del nuovo regime di celle aperte, sperimentato già da diversi mesi in altre zone del carcere, che consente ai detenuti delle altre sezioni di poter uscire liberamente dalle proprie celle.

«Già domenica scorsa lo stesso detenuto ha messo in atto un gesto di impiccamento e, ancora una volta, solamente grazie alla prontezza del personale di Polizia Penitenziaria operante nel Reparto, si è scongiurato il peggio», ha detto Nico Tozzi, vice segretario lombardo del sindacato Sappe.

Il Sappe evidenzia che, al 30 settembre, «nella Casa Circondariale di Monza erano detenute 600 persone rispetto ai circa 400 posti letto regolamentari: 256 erano gli imputati, 344 i condannati» e che nel primo semestre del 2016, nelle carceri della Lombardia, si sono contati «481 atti di autolesionismo, 54 tentati suicidi, 417 colluttazioni e 51 ferimenti».