Monza, è morto Giancarlo Sangalli: ha costruito un impero sui rifiuti

A voler cercare il ritratto del “self made man”, dell’uomo che dal basso si è fatto da solo, e a volerlo condire in salsa brianzola, anzi monzese, l’uomo giusto è - era - Giancarlo Sangalli. Il re dei servizi ambientali si è spento mercoledì.
Monza Giancarlo Sangalli
Monza Giancarlo Sangalli Fabrizio Radaelli

A voler cercare il ritratto del “self made man”, dell’uomo che dal basso si è fatto da solo, e a volerlo condire in salsa brianzola, anzi monzese, l’uomo giusto è – era – Giancarlo Sangalli.

Il re dei servizi ambientali si è spento mercoledì all’ospedale San Gerardo, dopo una tenace lotta contro una malattia che lo perseguitava da tempo. Imprenditore di razza, simbolo di un capitalismo e gestione familiare che non c’è quasi più; personaggio anche controverso per i suoi rapporti con la politica e le vicende giudiziarie che lo hanno toccato (ultima l’inchiesta Clean City). Con Sangalli se ne va un pezzo della storia cittadina. I famigliari, la moglie Nina e i figli, non hanno mai smesso di stargli vicino.

Nel suo campo (spurghi, rifiuti, raccolta differenziata) era il numero uno. Tanto da portare la Sangalli Giancarlo & C a diventare impresa leader di settore, attiva in Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Marche e Puglia. Un milione e centomila cittadini serviti, col lavoro di 1.100 dipendenti e 800 mezzi. Il quartier generale in via Enrico Fermi, e diversi centri logistici-operativi in alcune Regioni d’Italia. Sacrificio e lavoro. Tanto lavoro.

Sveglia all’alba, sabati e domenica comprese, se necessario, perché i problemi, in quel tipo di attività, non conoscono giorni di ferie. E allora se c’è da partire, si parte. Se c’è un problema alla griglia della rete fognaria in Melchiorre Gioia, si va e si risolve. Lamentarsi? Inutile perdita di tempo. Mentalità trasmessa dall’imprenditore ai figli Daniela, Patrizia e Giorgio, anche se immaginarsi un uomo chino solo su lavoro e fatturato sarebbe fuorviante. Chi lo conosceva ricorda i suoi modi estroversi, le sue battute fulminanti, le uscite impareggiabili in dialetto, la capacità di assaporare anche gli aspetti più leggeri della vita, che lo ha portato anche nei cosiddetti salotti bene della città o sulle tribune del Brianteo a tifare Monza (società di cui è stato anche sponsor).

La vicenda imprenditoriale parte 50 anni fa esatti. Giancarlo, uomo che non ha mai fatto mistero delle sue origini contadine, prende un aereo per andare in Inghilterra e partecipare a una fiera, da cui torna in Italia con il trattore “con la bonza”, nuova tecnologia all’avanguardia che permette di spurgare le fogne in un ampio serbatoio.

Pochi mesi dopo partecipa a una fiera in Germania, a caccia di tecnologie ancora sconosciute in Italia, dove compra un camion attrezzato per pulizie e spurghi. Assume alcuni dipendenti, e inizia a lavorare insieme a loro nell’ambito dei servizi ambientali per i comuni di Milano e Monza.

Nel 1966 si sposta a Firenze per contribuire ai lavori di pulizia in seguito alla terribile alluvione che colpisce la città. In quegli anni opera assieme agli operatori ecologici anche per grosse imprese come la Pirelli, la Breda, occupandosi anche in prima persona delle pulizie e degli spurghi. Le cronache giudiziarie lo sfiorano negli anni di Tangentopoli, a margine di inchieste sulla corruzione sugli appalti dei cimiteri di via Foscolo e di San Fruttuoso. In tempi più recenti, è stato coinvolto nell’indagine Clean City sull’appalto della gestione dei rifiuti di Monza: vicenda che si è conclusa con un patteggiamento. Funerali nella chiesa di San Giuseppe, giovedì 5 gennaio alle 15.