Monza è la città più cardioprotetta in Lombardia

Monza è la città più cardioprotetta in Lombardia. Ci sono 157 defibrillatori e l’1 ottobre l’associazione Brianza per il cuore ne donerà altri quattro. Un progetto esteso che permette di salvare delle vite, come è successo in estate.
Monza città cardioprotetta
Monza città cardioprotetta Fabrizio Radaelli

È successo questa estate. Una ragazza di Monza, Paola Villa, 18 anni, ha salvato la vita di un uomo in arresto cardio-circolatorio in via Correggio grazie all’utilizzo di un defibrillatore posto all’ingresso del cimitero urbano. Paola sapeva come muoversi perché la sua passione per la subacquea l’aveva portata a prendere un brevetto Bls-d, una tecnica di primo soccorso che comprende rianimazione cardio-polmonare e uso del defibrillatore. Così quando ha visto un uomo a terra in arresto cardiaco ha chiamato il 118 e ha inviato un amico a prendere il defibrillatore più vicino in attesa dell’arrivo dell’ambulanza.


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Come lei sono centinaia i cittadini che in questi anni si sono formati nelle tecniche salvavita grazie ai corsi impartiti gratuitamente da Brianza per il Cuore. Anche quel defibrillatore che ha salvato la vita di un uomo è uno dei tanti che la onlus monzese ha fortemente voluto fossero presenti in città: nei luoghi di maggior passaggio, all’interno delle scuole, sui campi sportivi, lungo i viale del parco.

Sempre questa estate 15 nuovi defibrillatori sono stati donati da Philips agli oratori cittadini e 150 ragazzi e responsabili di oratorio sono stati istruiti ad utilizzarli.
Mentre in occasione della Giornata mondiale del cuore, l’1 ottobre, l’associazione Brianza per il Cuore ne donerà quattro nuovi per il duomo, la Villa Reale, la biblioteca civica e il gruppo cinofili della Protezione civile di Carate Brianza, che si sono distinti nell’emergenza del terremoto.

Le nuove teche dei defibrillatori, collegate alla centrale del 118, vanno ad aggiungersi alle 142 già installate in città e fanno di Monza la città più cardioprotetta in Lombardia, seconda in Italia dopo Piacenza. Un primato consolidato negli anni ed esteso anche alla provincia che con 469 apparecchi censiti dal software dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza sono da record in rapporto all’estensione del territorio.

«Il primato di Monza non deve stupire – spiega Guido Villa, medico e responsabile regionale del progetto di defibrillazione precoce “A prova di Cuore” di Areu – la città e la sua provincia sono stati pionieri nell’uso del defibrillatore da parte di laici. Ora tutte le province lombarde stanno seguendo questa strada, ad oggi in Lombardia abbiamo mappato 5.282 defibrillatori, il doppio rispetto allo scorso anno e il numero è destinato ad aumentare perché ora ogni società sportiva deve dotarsi di un defibrillatore».

Secondo i dati regionali sono 10.800 i casi di arresto cardiaco ogni anno, 416 solo in Brianza nei primi sei mesi del 2016; nel 2,34% dei casi il defibrillatore pubblico è stato utilizzato.
La presenza di un dispositivo nei centri sportivi ha fatto spesso la differenza tra la vita e la morte: «Su 113 casi di arresti cardiaci in ambito sportivo tra il 2011 e il 2014 – conclude Villa – la sopravvivenza è arrivata al 90% grazie all’uso del defibrillatore. Il nostro obiettivo è quello di avere un apparecchio ogni 200 metri che è la distanza che consente di intervenire nei tempi corretti. Il nostro software “AEDs hunter” permette di scovare l’apparecchio più vicino alla vittima e di informare in tempo reale il soccorritore».