Monza è già un paese per vecchi: il tasso delle nascite in calo anche nel 2015

Culle vuote a Monza. I dati dell’anagrafe comunale forniti dall’ufficio statistiche fotografano un quadro decisamente preoccupante. Il tasso di nascite è diminuito anche nel 2015, confermando un trend costante da diversi anni.
Cristina è la prima nata del 2016 a Monza
Cristina è la prima nata del 2016 a Monza Fabrizio Radaelli

Culle vuote a Monza. I dati dell’anagrafe comunale forniti dall’ufficio statistiche fotografano un quadro decisamente preoccupante. I bimbi registrati nel 2013 erano stati 1.036, 935 l’anno dopo e solo 914 nel 2015. E pensare che solo nel 2000 furono contati 1.065 nuovi piccoli monzesi, cento in più solo tre anni dopo. Mentre cala il numero dei fiocchi rosa e azzurri appesi alle pareti tra le famiglie italiane, reggono i dati se si guarda nelle case dei piccoli stranieri. I bimbi nati da genitori non italiani sono stati 242 nel 2011, 265 nel 2013, fino alla flessione del 2014 quando furono registrati solo 227 nuovi nati, calati ulteriormente di tre unità lo scorso anno.


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Con numeri simili è praticamente impossibile assicurare un cambio generazionale. La terminologia statistica parla di “tasso di fecondità totale” un dato secondo il quale, in base a un calcolo matematico, mille donne dovrebbero generare 2.100 figli nel corso di tutta la loro vita riproduttiva per poter assicurare un giusto cambio generazionale e consentire al numero dei nati di superare quello dei decessi: dunque almeno 2,1 figli per ogni mamma.

In base ai dati Istat aggiornati al 31 dicembre 2015, il tasso di fecondità totale a Monza è di 1.391, il che significa che ogni donna mette al mondo 1,391 figli. Stranezze della statistica ma che servono a comprendere il perché Monza (e del resto tutta la Brianza e così come l’Italia) sia sempre più un paese per vecchi. A fare la differenza, ancora una volta, sono però le mamme straniere. Per loro il tasso di fecondità totale è di 1,548 figli per donna.

Ma non solo. A distinguere le mamme italiane da quelle straniere è soprattutto l’età. Mentre le prime si presentano in sala parto per la prima volta dopo i 30 anni, le seconde arrivano dopo i 25 e prima dei 30. E così nel 2015 sono stati 250 i bimbi nati da mamme tra i 30 e i 34 anni, 249 quelli la cui mamma aveva tra i 35 e i 39 anni al momento del parto. Numeri che calano vistosamente prima e dopo queste due fasce d’età. I piccoli nati da mamme adolescenti tra i 15 e i 19 anni sono stati 3 lo scorso anno, ben 86 quelli partoriti da donne tra i 40 e i 44 anni e 10 i figli delle ultra quarantacinquenni.

Numeri decisamente diversi per le mamme straniere. Tra loro, come si è detto, il picco di fertilità nel 2015 si è toccato nella fascia tra i 25 e i 29 anni, con 73 nuovi nati, calati a 50 nati per le mamme tra i 30 e i 39 anni. Nessun bimbo straniero è nato da mamme ultra quarantacinquenni.

Tutti questi “nuovi” bimbi dove vanno ad abitare? L’Ufficio statistiche del Comune traccia una mappa delle vie maggiormente popolate da cittadini tra gli zero e i 3 anni. Su tutte spicca viale Libertà, con 78 bimbi, seguita da via Carlo Rota con 53 piccolini e via Guerrazzi dove i piccoli sotto i 3 anni sono 48. Quarto posto, pari merito con 43 under 3, per le vie Borgazzi, Lecco e De Chirico e poi ancora 42 nelle vie Montesanto e Buonarroti, uno in meno in via Cavallotti e “solo” 35 piccoli sotto i 3 anni in via Pellegrini.