Monza: detenuto cerca di togliersi la vita, salvato dalla polizia penitenziaria

Gli agenti di polizia penitenziaria salvano un detenuto nordafricano del carcere di Monza. A inizio luglio, dice il Sappe, nella casa circondariale anche una rissa tra detenuti albanesi e di origine araba.
Detenuto salvato da agenti di polizia penitenziaria
Detenuto salvato da agenti di polizia penitenziaria

Ha tentato di togliersi la vita nella sua cella del carcere di Monza, impiccandosi, ma è stato salvato dagli agenti della polizia penitenziaria. È successo nei giorni scorsi nella casa circondariale di via Sanquirico e ne dà nota un comunicato del Sappe, il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria. «Il gesto non è stato consumato per il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari. Soltanto grazie all’intervento provvidenziale degli agenti di sezione si è evitato che l’estremo gesto avesse conseguenze» ha detto Nico Tozzi, vicesegretario regionale per la Lombardia del Sappe. «L’uomo è piantonato in ospedale: questo è l’ennesimo evento critico che si verifica nel carcere brianzolo: l’ultimo circa venti giorni fa, una rissa tra albanesi e arabi, quest’ultimi feriti con prognosi di venti e trenta giorni».

Per il sindacato l’ennesimo sintomo che «la situazione nelle carceri resta allarmante. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del corpo di polizia penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Ed il corpo di polizia penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, ha carenze di organico pari ad oltre 7.000 agenti».

Per il Sappe i problemi sono anche da ricondurre alla “vigilanza dinamica” e al “regime penitenziario aperto”. «Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla».