Monza, centinaia di cause anche in Inghilterra per l’ex presidente Armstrong

Sembrano essere 9 i milioni di euro (7 milioni di sterline) investiti da cittadini inglesi nella Ecohouse dell’ex presidente del Monza, Armstrong Emery. Secondo il Financial times si tratta di almeno 200 persone che hanno già fatto causa. E non sono gli unici.
Monza, centinaia di cause anche in Inghilterra per l’ex presidente Armstrong

Anche il Financial times torna a occuparsi della Ecohouse di Anthony Armstrong Emery, l’ex presidente del Monza calcio, e lo fa con un lungo articolo pubblicato il 30 di gennaio, nel quale riferisce soprattutto della paura di molto investitori anche inglesi di avere perso migliaia di sterline. Confermando, nell’articolo, tre dati fondamentali: l’irreperibilità di Armstrong dopo la comparsata telefonica di poche settimane fa a una riunione di investitori; le indagini aperte anche dalla polizia metropolitana del Regno unito; l’espansione a macchia d’olio nei quattro angoli del continente di persone che sono ormai convinte di essere state truffate.

Molte di queste, ha sostenuto l’avvocato Renata Sa davanti alla giornalista del Financial times, stanno promuovendo due class action nei confronti di Ecohouse e mister Armstrong Emery: “This should be a wake-up call,” said Renata Sa, a lawyer with firm Brazil Property Lawyers, who says she is representing 400 Singapore and other investors of EcoHouse in two class actions.

“Dovrebbe essere un campanello d’allarme” dice Renata Sa, avvocato del Brazil property lawyers (uno studio con sede a Londra specializzato nel gestire investimenti nel crescente mercato immobiliare brasiliano) che dice di rappresentare 400 investitori di Singapore e altri investitori din due class action.

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Tra loro ci potrebbe essere presto Nerys Pearce, una donna investita nel 2008 da un’auto che ha fatto la retro uscendo da un parcheggio abusivo, mentre lei era in moto. Da quel giorno è paralazzita dalla vita in giù: e addio sogni di diventare fisioterapista e triatleta, addio voglia di entrare permanentemente nell’esercito anglosassone. Aveva ottenuto da un giudice di oltre un milione di sterline che aveva deciso di investire in larga parte nella Ecohouse. Si era lasciata sedurre dalle promesse, dice, e soprattutto dalla possibilità di migliorare il suo futuro aiutando allo stesso tempo altri: la Ecohouse diceva di raccogliere fondi per il progetto Minha casa minha vida, un programma di case a prezzi agevolati in alcune aree del Brasile, all’interno di un intervento sociale governativo.

In questi mesi si è scoperto che il governo del Brasile non conosce la Ecohouse – almeno non all’interno del progetto Minha casa minha vida – e poi, come noto, sono partite le indagini con il blitz nella sede del Rio grande do norte. La scelta di Nerys Pearce, riferisce il Financial times, è la stessa di centinaia di altri investitori: in un’epoca di scarsi tassi d’interesse, la possibilità di ottenere ritorni alti per garantirsi un migliore tenore di vita o una migliore pensione.

Il Financial times riferisce ancora che mentre la polizia brasiliana prosegue le indagini per riciclaggio di denaro, evasione fiscale, reati finanziari, truffa (per circa 50 milioni di euro), la squadra della Metropolitan police del Regno unito che si occupa di frodi e crimini online starebbe seguendo le stesse piste, in contatto con gli agenti sudamericani e quelli di Singapore.

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Non fa in realtà il nome di Ecohouse, la Metropolitan police, ma dice che sta indagando su una società di investimenti immobiliari di Little Green, a Richmond, dove ci sarebbero 200 persone che hanno fatto denuncia per investimenti forse persi per 9 milioni di euro. In a statement, the Met did not name EcoHouse but said “enquiries were continuing” into a referral about a “property investment company based in Little Green, Richmond”. While no arrests had been made at this stage, the number of complainants was estimated at 200 with losses totalling £7m.

Note a margine: Nerys Pearce non è findata proprio del primo venditore di turno. Prima di investire in Ecohouse – al di là delle promesse fantascientifiche di rientri di capitale con interessi del 20 percento all’anno – aveva consultato tre avvocati, un consulente finanziario e il responsabile del suo conto fiduciario.