Monza, bambino morto al San Gerardo: «I fratelli non c’entrano con il morbillo»

Il primario del reparto della Clinica pediatrica Biondi: «Non sono i fratelli la causa del morbillo» che è costato la vita a un bambino di sei anni morto al San Gerardo di Monza per complicanze.
Andrea Biondi
Andrea Biondi Radaelli Fabrizio

No, non sono i fratellini del bambino morto la causa del contagio di morbillo nei confronti del bambino di sei anni affetto da leucemia morto al San Gerardo, con complicanze dovute all’infezione. Che c’è stata, ma non è dipesa dai fratelli, assicura il primario della clinica pediatrica della Fondazione MBBM al San Gerardo di Monza. «Loro si sono ammalati in un secondo momento» ha detto Andrea Biondi.

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Secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa, il direttore della clinica – nonché tra i riferimenti mondiali in campo ematologico-pediatrico – ha smentito anche che il bambino si sarebbe potuto salvare se i fratelli fossero stati vaccinati. Perché il problema non sono loro, spiega il medico, ma l’immunità di gruppo che è venuta a mancare in un ambito più ampio. «La lezione è che se viene meno l’effetto di comunità, le persone e i bambini più deboli possono pagare un prezzo più alto». E poi: «Siamo scesi sotto la soglia giudicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di “protezione della comunità”. E se questo è successo vuol dire che deve esserci un richiamo a tutti per ribadire che bisogna vaccinarsi: per proteggere i nostri figli, ma anche per un senso di responsabilità nei confronti degli altri, dei più deboli, che potrebbero non essere in grado di farlo».