Monza, al San Gerardo: impiantato pace maker senza fili, più piccolo di una moneta

È più piccolo di una moneta da due euro ma è un dispositivo vitale. È il primo pace maker senza fili ed è stato impiantato di recente a Monza nel cuore di una paziente di 37 anni, affetta da sindrome di down.
Monza, l’equipe dell’ospedale San Gerardo
Monza, l’equipe dell’ospedale San Gerardo

È più piccolo di una moneta da due euro ma è un dispositivo vitale. È il primo pace maker senza fili ed è stato impiantato di recente a Monza nel cuore di una paziente di 37 anni, affetta da sindrome di down. L’intervento innovativo, il primo in Brianza, è stato eseguito da Giovanni Rovaris, responsabile della Struttura semplice di Elettrofisiologia interventistica e Cardiostimolazione insieme allo staff composto dai colleghi Sergio De Ceglia, Elena Piazzi, Elisabetta Montemerlo e Mattia Pozzi, diretti da Felice Achilli, primario del reparto di Cardiologia.

La struttura di Elettrofisiologia dell’ospedale San Gerardo è stata scelta in funzione della sua importanza nell’ambito della cardiostimolazione, per essere uno dei primi centri italiani in cui iniziare ad utilizzare una nuova tecnologia al servizio del paziente e divenire maggiormente un centro elettrofisiologico di riferimento.

«Ancora una volta la Asst di Monza si dimostra un fiore all’occhiello della sanità lombarda – spiega il direttore generale Matteo Stocco – venendo scelta tra le prime a sperimentare nuove tecniche come in questo caso, perché in grado di offrire équipe e unità operative assolutamente all’altezza, così come strutture all’avanguardia».

Durante l’intervento è stato introdotto un nuovo sistema di stimolazione cardiaca permanente in assenza di elettrocateteri, in sostanza un pacemaker senza fili, dalle dimensioni estremamente ridotte (fino a 18 mm di lunghezza per 1,6 cm di diametro).

«Il pacemaker – spiega Rovaris – viene inserito, partendo dall’inguine ed utilizzando il sistema venoso, nel ventricolo destro. Il fissaggio al tessuto cardiaco avviene attraverso quattro “braccia”, posizionate ad una estremità. Dopo essere stato fissato il dispositivo viene rilasciato, mentre l’introduttore che ne ha permesso l’inserimento fino al cuore, viene estratto: a quel punto il pace maker è in grado di funzionare senza dare alcun segno esteriore della sua presenza».

Il nuovo pacemaker (Micra Transcatheter Pacing System di Medtronic) rappresenta una piccola rivoluzione, non solo per le sua dimensioni ridotte. La stimolazione del cuore senza elettrocateteri rappresenta infatti un cambiamento senza precedenti nella storia dei pacemaker, che negli ultimi sessant’anni ha visto numerose ed importanti evoluzioni. La nuova tecnologia permetterà di abbandonare il sistema transvenoso degli elettrocateteri e con esso tutto ciò che riguarda il malfunzionamento degli stessi per usura e rottura.

Il nuovo pacemaker è dedicato ad una specifica e limitata categoria di pazienti. Non è quindi destinato a tutti. I pazienti, che per motivi strettamente clinici ne potranno beneficiare, verranno selezionati dall’équipe di Elettrofisiologia.