Milano-Meda a rischio collasso per Pedemontana, la Provincia si appella a Maroni

Scatta il conto alla rovescia per l’apertura della tratta B1 di Pedemontana, ma non è stato fatto niente per mettere in sicurezza la Milano-Meda, che rischia il collasso: per questo la Provincia si appella a Maroni. «Subito gli interventi previsti».
Il presidente della Provincia Gigi Ponti con Roberto Maroni
Il presidente della Provincia Gigi Ponti con Roberto Maroni Fabrizio Radaelli

«Ho chiesto un intervento diretto del presidente Maroni per uscire da una situazione grave, per cui non c’è più un giorno da perdere»: precipita la situazione per Pedemontana, con l’appello diretto del presidente della Provincia di Monza, Gigi Ponti, al Governatore Maroni, «dopo avere chiesto più volte formalmente a Regione Lombardia un impegno preciso in vista della prossima annunciata apertura della tratta B1 di Pedemontana», scrive la Provincia stessa.

Il punto sono le quattro lettere rimaste senza risposta inviate da Monza alla Regione dallo scorso luglio per chiedere la convocazione urgente di un Collegio di vigilanza, l’ultima il 25 settembre. Il punto: l’entrata «in esercizio della tratta B1 di Pedemontana è prevista a breve (inizio novembre) con un innesto diretto sulla Milano-Meda nel Comune di Lentate sul Seveso», con le serie preoccupazioni per le ricadute sul traffico locale che, per la Brianza, rischia il collasso.

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«Da parte sua la Provincia ha dimostrato più volte, anche alla presenza della parte tecnica, che l’apertura della viabilità in questione senza una preliminare messa in sicurezza della Milano-Meda nel tratto brianzolo (pari a 9,5 km) è un’operazione da non fare, poiché la congestione del traffico generata metterebbe a rischio la sicurezza dei tanti automobilisti che percorrono quotidianamente la strada – specifica l’ente provinciale – Per questo motivo Ponti ha voluto porre un tema così scottante all’attenzione diretta del Governatore Maroni, chiedendo ancora una volta che Pedemontana si prenda in carico subito l’esecuzione degli interventi urgenti del caso: ciò alla luce di quanto previsto nel contratto siglato, che obbligava Pedemontana stessa a farlo già da gennaio 2015».

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«Sono fiducioso in un rapido intervento risolutore da parte del presidente Maroni – conclude Ponti – poiché in caso contrario non ci rimarrebbe che ricorrere alle necessarie misure di autotutela»: misure che per ora la Brianza non chiarisce.