Meteo rovente, animali e piante in ginocchio: anche il Vimercatese conta i danni

Tracollo della produzione di mais e soia, ortaggi che perdono fiori (e futuri frutti), terra arsa impossibile da lavorare. La produzione agricola è in affanno, anche nel Vimercatese. A Lesmo in calo la produzione di latte.
Vimercate, azienda agricola Frigerio
Vimercate, azienda agricola Frigerio Signorini Federica

Tracollo della produzione di mais e soia, ortaggi che perdono fiori (e futuri frutti), terra arsa impossibile da lavorare. La produzione agricola è in affanno, anche nel Vimercatese.

«Quest’anno calcoliamo di avere un calo della produzione di mais pari al 60-65% e un calo della produzione di soia pari al 50%». Questa l’amara constatazione di Fausto Frigerio, dell’omonima azienda agricola con sede a Vimercate.

«Molte piante di granoturco non hanno proprio pannocchie – ha raccontato l’agricoltore – Molte altre hanno fatto pannocchie di una decina di centimetri quando, di norma, sono lunghe 30 centimetri».


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Allarmanti, i dati raccolti da Coldiretti Lombardia in queste settimane di caldo e siccità. Laghi e fiumi al collasso, campi a secco, agricoltura e allevamento sul filo del rasoio: l’organizzazione di imprenditori agricoli ha chiesto lo stato di calamità a Regione Lombardia.

Tre milioni di litri di latte in meno nelle stalle della zona di Monza, Milano e Lodi; in provincia di Monza e Brianza il calo è attorno ai 55mila litri (-10%). Le vacche bevono il doppio e mangiano meno; per loro investimenti “anti afa” last minute. A Lesmo, all’azienda agricola Ratti che nella stalla ha 155 vacche da latte, è stato calcolato un calo nella produzione di 4 litri per ogni animale nel periodo di grande caldo sulla Brianza.
Nei pollai, Coldiretti ha registrato un calo della deposizione di uova tra il 5 e il 10 %. E i maiali si mettono a dieta mangiando il 50% in meno: l’azienda Nava di Roncello ha registrato una perdita di produzione del 15%.

Anche il fronte agricolo in allerta. Insalata e pomodori sono esposti a grossi danni, e il mais smette di lavorare sopra ai 30 gradi: la raccolta potrebbe essere anticipata di 15 giorni.
Da Bernareggio invece arriva l’allarme per i prodotti autunnali: «Ora è in pericolo la fioritura ma ci sono altre varietà – dalle verze ai broccoli – di cui è stato sospeso l’impianto perché adesso morirebbero», spiegano dall’azienda Villa Licia.

Ecco il risultato dell’assenza di pioggia da fine giugno; risultato che non cambierà di molto anche se a cambiare sarà il tempo: le piante sono ormai in gran parte appassite (senza contare il rischio di grandine e temporali distruttivi). Perché non si è intervenuti con un sistema di irrigazione? «Tutta la zona nord della Brianza non è irrigua: tra i campi si creano dei dislivelli che rendono impossibile la creazione di una rete idrica», spiega Frigerio.

Un dato positivo, d’altra parte, c’è. Salva la produzione di grano: la raccolta a luglio ha anticipato gli esiti infausti del caldo. Il grano coltivato dall’azienda Frigerio è uno di quelli che compongono la “farina Parco Molgora”. Quella stoccata proprio in via Manin e con cui viene impastato il “Pane del Parco Molgora” lanciato nel 2007 come prodotto a km 0.

Non solo campi coltivati o animali da allevamento: le conseguenze del caldo e della siccità hanno colpito anche le aree naturali dei parchi di interesse sovracomunale.

«Più che dalle temperature elevate, le difficoltà che riscontriamo sono generate dalla siccità – ha spiegato Massimo Merati, direttore del Parco del Rio Vallone – Se la situazione climatica non cambia, comincia ad essere un vero problema per le nostre zone di rimboschimento». Si tratta di 6 ettari e mezzo di terra che, negli ultimi 4 anni, sono stati arricchiti dal trapianto di numerose piantine.