Meningite, l’epidemia che non c’è: l’infettivologo risponde all’allarmismo

Stop allarmismo, parla l’esperto: il vero e il falso sulla meningite. Risponde Andrea Gori, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale San Gerardo. A lui il Cittadino ha chiesto di chiarire alcune cose, sfatando così errate convinzioni e inutili allarmismi.
Monza Inaugurazione nuovo padiglione ospedale san Gerardo
Monza Inaugurazione nuovo padiglione ospedale san Gerardo Fabrizio Radaelli

Stop allarmismo, parla l’esperto: il vero e il falso sulla meningite . Risponde Andrea Gori, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale San Gerardo. A lui il Cittadino ha chiesto di chiarire alcune cose: cause, sintomi e vaccinazioni, sfatando così errate convinzioni e inutili allarmismi.


GUARDA Meningite a Monza e in Brianza: i dati di vaccinazioni e contagi

Le vaccinazioni disponibili sono in grado di coprire tutti i ceppi ?
I sierotipi prevalenti in Italia sono il sierotipo B e il sierotipo C. Il primo è il più frequente, il secondo è associato a maggiore gravità dell’infezione. Nel nostro Paese abbiamo a disposizione due vaccini: il vaccino tetravalente disponibile dal 2006 che copre i sierotipi A, Y, W135 e C e il vaccino per il sierotipo B disponibile dal 2014. Entrambi i vaccini sono altamente efficaci.

È possibile vaccinarsi in ogni momento e a qualunque età?

La vaccinazione può essere somministrata ai bambini a partire dai 2 mesi di età. È comunque possibile vaccinarsi in qualsiasi momento e a qualunque età. Tuttavia la vaccinazione è raccomandata nei soggetti sotto i 18 anni. Qualora si arrivi ad un’ampia copertura vaccinale in questa popolazione, la circolazione del meningococco nella popolazione generale si ridurrebbe così significativamente che avrebbe quindi un effetto positivo anche sulla popolazione di età superiore non vaccinata. È quindi importante focalizzare l’attenzione sulle fasce di età più giovani.

Occorre la prescrizione del medico per poter fare il vaccino?
È sempre consigliabile confrontarsi con il proprio medico di medicina generale ed essere in possesso di una corretta prescrizione medica.

C’è un limite d’età per questo tipo di vaccino?
No, nessuna limitazione.

Tutti possono richiedere di essere vaccinati o ci sono particolari categorie a rischio?
Tutti possono chiedere di essere vaccinati ma ha senso selezionare la popolazione da sottoporre a vaccinazione. Come detto sopra, la priorità riguarda soprattutto le fasce giovanili. Esistono però categorie a rischio dove la vaccinazione è altamente raccomandata. Queste categorie comprendono i soggetti talassemici, i soggetti splenectomizzati (a cui è stata asportata chirurgicamente la milza, ndr), immunodepressi, diabetici, i pazienti affetti da grave insufficienza renale o da malattie epatiche croniche gravi.

Anche le donne in gravidanza o allattamento possono vaccinarsi?
La gravidanza non rappresenta una controindicazione. La vaccinazione va comunque raccomandata nel caso in cui ci sia un aumentato rischio di contrarre la malattia.

Chi è vaccinato non corre alcun rischio di contrarre la malattia?
La copertura della vaccinazione si aggira intorno al 75%. Va tuttavia sottolineato che l’infezione, se contratta da soggetto vaccinato, ha di solito un andamento lieve. Il vaccino, qualora non sia stato in grado di prevenire l’infezione, è in grado di attenuare significativamente la gravità della patologia.

Anche chi è già vaccinato deve fare il richiamo?
Le dosi di vaccino variano a seconda dell’età in cui viene effettuata la vaccinazione. Per tutte le persone che hanno seguito correttamente lo schema vaccinale non è stata stabilita la necessità di un’ulteriore dose di richiamo.

Mal di testa, rigidità al collo, febbre e vomito sono sintomi sufficienti per ipotizzare un probabile contagio?
Chi presentasse questi sintomi deve comunque recarsi in pronto soccorso per un’accurata valutazione medica.

Nel nostro territorio c’è un rischio reale di contrarre la malattia più che altrove?
L’andamento dell’infezione nel nostro territorio è stabile negli anni e non ci sono evidenze di un aumento delle segnalazioni di nuovi casi.

In caso di malattia la profilassi coinvolge tutte le persone venute a contatto con il paziente?
No. La profilassi è indicata solamente per le persone che hanno avuto un contatto prolungato e ravvicinato con un paziente affetto da meningite meningococco accertata.

Nonostante i continui casi di contagio da meningococco riportati dalla cronaca in queste settimane la situazione resta comunque entro i livelli di guardia?
Sia nel nostro territorio che in Italia, ad eccezione della Toscana, l’andamento dell’infezione è stabile o in diminuzione rispetto agli anni precedenti. I casi segnalati erano stati correttamente previsti. Il fatto che si siano verificati casi gravi in un breve periodo di tempo ha comportato una reazione mediatica che, se da un lato non è epidemiologicamente giustificata, dall’altro ha riportato l’attenzione sull’importanza delle vaccinazioni. Dopo molti anni in cui si è parlato di vaccini con scarsa scientificità, finalmente i media hanno correttamente riportato l’attenzione sulla necessità e sull’efficacia delle vaccinazioni, rivalutandone il ruolo fondamentale nel controllo della diffusione di alcune gravi patologie infettive.

*direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale San Gerardo di Monza