Mancano 9 milioni, la provincia di Monza e Brianza è a rischio default

Alla provincia di Monza e Brianza mancano quasi 9 milioni di euro per chiudere il bilancio, il presidente Gigi Ponti non nasconde la preoccupazione per lo scenario peggiore: se le cose non cambiano ci avvieremo verso il default.
Gigi Ponti, primo a sinistra, all’insediamento
Gigi Ponti, primo a sinistra, all’insediamento Fabrizio Radaelli

«Se le cose non cambieranno non riusciremo a chiudere il Bilancio 2015 e ci avvieremo verso il default»: il presidente della Provincia Gigi Ponti non ha usato mezze parole giovedì con i sindaci brianzoli. In via Grigna mancano 8.393.194 euro per far quadrare i conti a causa del taglio di 19.386.463,83 euro alle risorse, pari al 30% del bilancio, imposto dalla legge di Stabilità. Quello che più fa arrabbiare gli amministratori brianzoli è il trattamento riservato al nostro territorio dal Governo: la nostra Provincia, secondo l’esecutivo Renzi, dovrebbe mantenere i servizi spendendo 19,53 euro per abitante a fronte di una media regionale di 32,62 e una nazionale di 39,71. «Se solo – ha affermato Ponti – ricevessimo quanto le altre aree vaste non avremmo problemi. Ci troviamo, invece, in grossa difficoltà proprio perché la nostra è sempre stata una realtà virtuosa». Il presidente ribadirà il concetto mercoledì al direttore generale del ministero dell’Interno. Se le sue richieste, come del resto quelle che da mesi piovono da tutti gli altri capoluoghi, non saranno accolte in via Grigna mancheranno 2.807.137 euro per garantire la gestione e la manutenzione degli istituti superiori, 6.660.755 per la gestione generale, compreso il pagamento degli stipendi, 728.939 euro per il territorio a cui vanno aggiunti 4.500.000 euro per mantenere i livelli attuali del trasporto pubblico locale.

Ponti conferma l’attenzione agli studenti disabili su cui si è accanita la scure romana: secondo lo Stato le province dovrebbero assicurare trasporto ed educatori solo ai ragazzi iscritti alle superiori statali e non agli alunni dei centri di formazione professionale e delle paritarie. Da Roma, inoltre, hanno azzerato i trasferimenti per i bambini con problemi alla vista e all’udito, da sempre seguiti dalle province: «Il diritto allo studio – ha commentato Ponti – va garantito a tutti. A noi, però, manca almeno un milione per offrire un servizio dignitoso».

Il dissesto degli enti intermedi è aggravato dai costi del personale: il Governo non trasferisce il denaro per gli stipendi dei dipendenti, tra cui quelli della Polizia provinciale e dei centri per l’impiego, che secondo la Delrio dovrebbero passare ad altre istituzioni e che continuano a essere retribuiti dalle province, ma il Senato potrebbe rimediare con un emendamento specifico. In via Grigna, per tamponare l’emergenza, si attaccano alla speranza che in tempi brevi la Regione acquisti la parte della sede rimasta vuota a un prezzo che potrebbe oscillare tra i e 3 e i 4 milioni.