L’odissea della Sp6 tra Monza e Lissone: fallisce l’impresa, la Provincia chiede i danni

Nuovo colpo di scena nell’infinita vicenda della Sp6, la tangenzialina dell’ospedale di Monza al confine con Lissone (356 metri di galleria e 142 all’aperto). L’impresa appaltatrice dei lavori è infatti fallita, l’appalto è stato affidato alla seconda ditta aggiudicataria. E la Provincia chiede i danni.
Monza, il cantiere della Sp6
Monza, il cantiere della Sp6 Fabrizio Radaelli

L’infinita vicenda della Sp6, la tangenzialina dell’ospedale di Monza al confine con Lissone, registra l’ennesimo colpo di scena. L’impresa appaltatrice dei lavori del secondo lotto è infatti fallita e l’appalto da oltre 6 milioni di euro (6.375.000 euro per la precisione) è stato affidato alla seconda ditta aggiudicataria. La Provincia chiede il risarcimento dei danni e ha riaggiornato il cronoprogramma dei lavori previsti per il complemento della Sp6 ferma da anni.


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Infatti, dopo la consegna del cantiere sotto riserve di legge lo scorso novembre 2014, l’impresa vincitrice dell’appalto – Fimet SpA – ha avviato la procedura di concordato preventivo e poi di fallimento. Lo rende noto la Provincia stessa che, dopo aver revocato l’appalto lo scorso 16 marzo, ha attuato lo scorrimento della graduatoria aggiudicando i lavori all’Impresa Ing. Leopoldo Castelli Spa costruzioni, risultata seconda miglior offerente. Ai sensi di legge, tuttavia, il contratto potrà essere stipulato solo dopo il 10 giugno, al termine del periodo cosiddetto di “Stand Still”: si tratta, pertanto, di tempi incomprimibili imposti dalla normativa e dalle procedure di gara pubblica. Nuova tempistica e nuovo cronoprogramma, dunque.

La consegna dei lavori è, così, riprogrammata per la seconda metà di giugno, quando si potrà darà avvio alle attività propedeutiche all’esecuzione della galleria. In particolare, l’impresa provvederà all’approntamento generale del cantiere, al montaggio delle recinzioni metalliche ed in polietilene, alla posa dei baraccamenti ad uso uffici e servizi in corrispondenza del tratto già ultimato. Successivamente, verranno completate le operazioni di tracciamento e picchettamento – in parte già avviate dalla precedente impresa – per definire le sagome delle aree oggetto di scavo. Al termine di tali lavori sarà possibile procedere con la campagna di bonifica da ordigni bellici in corrispondenza delle superfici coinvolte dagli scavi. Tale bonifica sarà condotta da una ditta iscritta nell’apposito albo del Ministero della Difesa.

Capitolo risarcimento danni. Considerando il tempo necessario per affidare i lavori alla seconda impresa classificata, la Provincia ha infatti stabilito di avviare le procedure per incamerare la quota parte della fideiussione presentata da Fimet, pari a circa 50mila euro.

L’opera, che prevede una galleria artificiale di 356 metri e un tratto all’aperto di altri 142 metri, si connetterà all’arteria già realizzata, anch’essa interessata da ingenti interventi di riqualificazione inclusi nell’appalto. I lavori a base d’asta, per un importo di 9.848.225,05 euro, comportano un quadro economico complessivo di 14.324.000 euro.

Dall’apertura del cantiere i lavori dureranno 750 giorni complessivi, circa due anni. Il tunnel vedrà la luce?