Le reazioni a Casa Pound in consiglio a Monza, il sindaco: «Mi attendo condanna unanime»

VIDEO - Lunedì ha scelto il silenzio. La risposta del sindaco di Monza all’incursione di Casa Pound nell’aula del consiglio comunale arriva il giorno dopo. Con la richiesta alle autorità di garantire “il sereno svolgimento dell’attività delle istituzioni e della campagna elettorale”. Piffer: «È il fallimento della politica».
Monza Irruzione Casa Pound consiglio comunale
Monza Irruzione Casa Pound consiglio comunale Fabrizio Radaelli

Lunedì ha scelto il silenzio. La risposta del sindaco di Monza all’incursione di Casa Pound nell’aula del consiglio comunale arriva il giorno dopo. Con la richiesta alle autorità di garantire “il sereno svolgimento dell’attività delle istituzioni e della campagna elettorale”. Lunedì sera una trentina di militanti di Casa Pound con i residenti di via Asiago aveva costretto all’interruzione della seduta in corso e all’intervento delle forze dell’ordine. In aula è stato srotolato uno striscione con la scritta “Basta business dell’accoglienza” in riferimento all’accoglienza in città dei richiedenti asilo.


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«Ieri sera abbiamo assistito a un’altra provocazione fascista, una vera e propria incursione squadrista, nel pieno dello svolgimento di una seduta del Consiglio comunale di Monza, aperta dal Consiglio comunale dei ragazzi che hanno fatto il bilancio della loro lunga attività di impegno civico a favore di Monza, e proseguita con la votazione della assegnazione della cittadinanza onoraria al giudice antimafia Di Matteo – ha detto Roberto Scanagatti – Una ventina di aderenti a Casapound ha interrotto i lavori tra urla e schiamazzi e insultato l’aula, la giunta e il sindaco di Monza vagheggiando per più di mezz’ora accuse strampalate e fuori fuoco sulla gestione dei migranti. Ringrazio tutti per la compostezza dimostrata nonostante il chiaro tentativo di provocazione: i lavori sono infatti proseguiti, perché le istituzioni democratiche sono più forti dei neofascismi. Un quotidiano on line ha riportato un virgolettato di uno dei fascisti presenti rivolto alla giunta e alla mia persona: “Questi sarebbero da menare”».

L’interruzione della seduta è proseguita per più di mezz’ora con slogan e insulti indirizzati alla giunta, al sindaco e all’intero Consiglio. La seduta del Consiglio comunale è stata sospesa dopo la votazione dell’oggetto, che assegna la cittadinanza onoraria al giudice Di Matteo.

«Credo che ce ne sia abbastanza per chiedere con forza a tutte le istituzioni preposte e alle forze democratiche, politiche e sociali, di garantire, ciascuno nel proprio ruolo, il corretto e sereno svolgimento delle attività istituzionali e della campagna elettorale che sta prendendo avvio proprio in questi giorni. Mi attendo che tutti i candidati sindaci condannino con forza l’accaduto e prendano le distanze dai facinorosi, perché la democrazia e il rispetto delle persone e degli avversari non è uno slogan ma un valore da praticare nei fatti, ogni giorno».

Anche Paolo Piffer, candidato sindaco per CivicaMente, ha commentato i fatti: «Quello che è successo ieri in aula è la dimostrazione plastica del fallimento della politica, di come oggi i partiti siano totalmente incapaci di ascoltare i cittadini e lavorare insieme per provare a risolvere i problemi. Le istituzioni vengono percepite sempre più lontane e la politica continua a tagliare inutili nastri e a raccontarci che tutto va bene. L’11 giugno sarà un banco di prova, nella speranza che le situazioni non degenerino prima».

Solidarietà al sindaco di Monza dal segretario regionale del Partito Democratico, Alessandro Alfieri: «Queste manifestazioni di stampo squadrista sono da condannare con fermezza da parte di tutte le forze politiche che si riconoscono nei valori democratici. Piena solidarietà mia e di tutto il Pd lombardo a Roberto Scanagatti e ai consiglieri comunali che hanno subito la vergognosa incursione».

Solidarietà è stata espressa su Twitter anche dal sindaco di Milano Beppe Sala.