Le accuse al datore di lavoro: «Volevo licenziarmi, mi ha chiusa in ufficio»

Presunta violenza privata da parte di un imprenditore monzese contro un’impiegata di 32 anni di Casatenovo. La donna, parte offesa, lo ha accusato di essere stata chiusa in ufficio quando ha comunicato la volontà di licenziarsi.
Il tribunale di Monza
Il tribunale di Monza

Presunta violenza privata da parte di un imprenditore monzese contro un’impiegata di 32 anni di Casatenovo. La donna, parte offesa, assistita dall’avvocato Paolo Pozzi, ha riferito in aula davanti al giudice del tribunale di Monza, Letizia Brambilla (la Procura è rappresentata dal Vice Procuratore Onorario, Luigi Pisoni).

L’imputato. Secondo la ricostruzione della Pubblica Accusa, l’imputato, classe 1975, originario di Roma, ma residente a Monza non avrebbe accettato l’idea che la sua ormai ex impiegata, legata alla sua ditta da un contratto a progetto, avesse deciso di rassegnare le dimissioni per cambiare lavoro.

Una scelta che proprio non gli sarebbe andata giù a tal punto che, stando alle contestazioni mosse dalla Procura monzese, avrebbe rinchiuso la sua dipendente per una ventina di minuti o giù di lì all’interno dell’ufficio impedendole di allontanarsi.

La presunta vittima. La donna di Casatenovo ha raccontato davanti al giudice la propria versione dei fatti: «Ero stata assunta – ha raccontato – nel novembre del 2012 per effettuare un lavoro di ricerca per una rivista lanciata a Dubai. Dopo poco tempo mi sono resa conto che quel lavoro e quell’azienda non facevano per me. Non era una realtà che mi piaceva. Tanto che in poco tempo mi sono data da fare per cercare un altro lavoro mandando in giro diversi curricula. Intorno al mese di febbraio del 2013 ho trovato un nuovo impiego rassegnando a marzo le mie dimissioni».
A quel punto, però, qualcosa sarebbe andato storto. La situazione è precipitata: «Aveva preso la mia lettera di dimissioni – ha incalzato la donna – e io avevo continuato a ripetergli che la rivolevo indietro, ma lui non voleva ascoltare. Ha iniziato a urlare e a inveire contro di me. Mi ha chiuso in ufficio sostenendo che non potevo più uscire. Sono arrivata al punto che gli ho detto che se non mi avesse fatto uscire subito avrei chiamato i carabinieri. Il tutto è durato circa una quindicina di minuti, grosso modo. La mattina dopo sono venuti a casa mia i carabinieri dicendomi che ero stata denunciata. Non potevo crederci».

In realtà la sua posizione è stata già archiviata. Restano, invece, in piedi le accuse contro il suo ex datore di lavoro che ora dovrà difendersi.