Lazzate, chiude la casa d’accoglienza per i richiedenti asilo in via Volta

In estate le proteste dei lazzatesi e l’arrivo di due donne con bambini. L’11 ottobre il centro per richiedenti asilo allestito nell’appartamento di via Volta è stato chiuso. Lo ha comunicato l’assessore Andrea Monti.
Una delle manifestazioni a Lazzate contro l’arrivo di richiedenti asilo
Una delle manifestazioni a Lazzate contro l’arrivo di richiedenti asilo Diego Marturano

I primi arrivi a Lazzate, due donne con bambini, risalgono alla fine di agosto, le proteste invece almeno a un mese prima. L’11 ottobre il centro per richiedenti asilo allestito nell’appartamento di via Volta è stato chiuso. Lo ha comunicato l’assessore Andrea Monti.


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«Una comunicazione stringata, solo poche righe – scrive in un comunicato – che però rivestono una grande importanza per la comunità lazzatese. L’Associazione D&G Research ha comunicato l’immediata cessazione del progetto di accoglienza legato ai primi quattro, e finora unici, richiedenti protezione internazionale giunti a Lazzate nel mese di agosto. Questo significa che, con decorrenza immediata ad oggi, è da considerarsi chiuso il centro di accoglienza insediato a insaputa di amministrazione e cittadinanza, proprio nel cuore del Borgo di Lazzate».

L’assessore alla Sicurezza riporta le parole del sindaco Loredana Pizzi: «Abbiamo ricevuto una breve comunicazione dall’associazione, crediamo che abbia giocato un ruolo decisivo l’atteggiamento fermo dell’amministrazione comunale e la reazione decisa della popolazione, contraria a questo progetto di presunta accoglienza imposta dall’alto».

A Lazzate alla fine di luglio circa 500 cittadini avevano manifestato in piazza contro l’arrivo di richiedenti asilo: allora non si sapeva ancora né quanti né quando, ma solo la notizia era bastata per portare alla mobilitazione. Erano stati anche murati gli accessi degli appartamenti prima che fossero abitati ed esposti striscioni.

«Incassiamo questa prima vittoria – ha concluso Monti – Constatando che per una volta possiamo dire che non vince la prepotenza e l’arroganza di chi vuol imporre progetti di questo tipo all’insaputa di tutti e calpestando la stessa amministrazione comunale. Ma non è ancora finita, perché è chiaro che l’intenzione dell’Associazione sarà quello di attivare nuovamente in futuro il centro. Per questo chiediamo al Prefetto di convocarci immediatamente, al fine di informarci sulle intenzioni future e darci la possibilità di illustrare tutti i punti di contrarietà e di difformità degli immobili, rispetto a quell’attività, che abbiamo più volte ribadito negli ultimi mesi. Attendiamo fiduciosi».