L’astronauta Paolo Nespoli e la missione ExoMars: «Andrei su Marte con un viaggio di sola andata»

Guarda il video. Si sta preparando a tornare nello spazio per la terza volta. Ma l’inizio della missione ExoMars, che per la prima volta sta mandando una sonda europea verso il pianeta rosso, apre una nuova sfida anche per un astronauta esperto come il veranese Paolo Nespoli.
Paolo Nespoli
Paolo Nespoli Redazione online

Si sta preparando a tornare nello spazio per la terza volta. Ma l’inizio della missione ExoMars, che per la prima volta sta mandando una sonda europea verso il pianeta rosso, apre una nuova sfida anche per un astronauta esperto come il veranese Paolo Nespoli.

«Certo che andrei su Marte e di primo acchitto direi di sì anche a una missione di sola andata, come facevano gli esploratori di una volta che partivano per andare a cercare l’India e poi chissà dove andavano. Mi piacerebbe avere questo spirito, non è facile, ma sì dai: andiamo su Marte», ha dichiarato in un video dell’Agenzia spaziale italiana ripreso anche dall’Ansa.

Per Nespoli, che si sta preparando per ripartire per la Stazione spaziale Iss, Marte è un obiettivo affascinante. È dalla Città delle Stelle, il centro di addestramento degli astronauti, che lunedì ha seguito la ricezione del segnale della sonda europea dal centro di controllo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos sulla traiettoria Terra-Marte. Un viaggio di sette mesi e 400 milioni di chilometri.


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Nespoli sa che ci vorrà ancora molto tempo prima che un equipaggio umano possa mettere piede sul pianeta rosso e che una missione del genere è ancora un sogno per gli astronauti. Ma nel frattempo si gettano le basi perché diventi possibile, come sta facendo la missione ExoMars, nata dalla collaborazione fra Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Roscosmos.

«Programmi come questi – ha osservato riferendosi a ExoMars – sono molto lunghi e richiedono tanto tempo, moltissimi sforzi, tecnologia e fondi, insieme ad una forte collaborazione internazionale. Questa missione è un grande passo verso quella che sarà la conoscenza di Marte» e per capire se il pianeta può ospitare la vita. Portare l’uomo su Marte, ha aggiunto, sarà possibile solo con una «grande collaborazione internazionale».