La Villa reale di Monza trasformata in gironi danteschi: le sale diventano i vizi capitali

Ballerini, luci stroboscopiche, perfomer, cantanti appesi a due metri di altezza: succede alla Villa reale di Monza, dove la società che organizza eventi al primo piano nobile ha presentato il format “Regal seven tour” sui sette vizi capitali agli operatori del settore.
Un momento della presentazione di Regal seven tour alla VIlla reale di Monza
Un momento della presentazione di Regal seven tour alla VIlla reale di Monza internet

E se la Villa reale fosse un girone dantesco? Piaccia o meno è l’idea che è venuta a “Gli eventi della Villa reale”, società che offre servizi e location al primo piano nobile della reggia di Monza, quella raramente accessibile proprio perché affidata a un privato per l’organizzazione di eventi, convegni, iniziative. Nei giorni scorsi la società ha presentato un nuovo format all’interno degli spazi che comprendono la sala del trono, la sala da ballo, la sala degli uccelli e la sala da pranzo dei sovrani di un tempo. Insomma: alcuni degli spazi più belli del capolavoro di Piermarini.

Si tratta di “Regal seven tour”: sette sale per i sette vizi capitali, che per i più distratti a dottrina sono superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira, accidia. Ogni sala il suo vizio, come raccontano le cronache della stampa specializzata in eventi, come la testata Event report, che dà un resoconto dettagliata della serata di presentazione dedicata a più di duecento operatori del settore, come agenzie di eventi e responsabili marketing di aziende.

Anticipata da una citazione di Oscar Wilde (l’unico modo per liberarsi di una tentazione è abbandonarsi ad essa), gli ospiti sono stati accompagnati a gruppi da due figuranti che impersonavano Caronte lungo un corridoio «illuminato da candele e luci stroboscopiche» a visitare le sale tematiche. Per esempio: una ballerina che danzava sulle note di “Fury” tra veli rossi mossi dai ventilatori era l’avarizia (nella Sala da pranzo di famiglia), l’ira è stata impersonata da due attori, uno immobile nel ruolo di stata antica l’altro «mimetizzato con i colori della boiserie alle pareti» che hanno poi iniziato una danza lenta. E ancora la superbia, con una cantante appesa a due metri d’altezza (nel senso che guardava tutti dall’alto in basso) intonando “Sempre libera” dalla Traviata, oppure l’invidia, con la sfida tra due violiniste.

«Il vizio a cui forse si cede più spesso e volentieri, quello della lussuria, attendeva gli invitati nella Sala del Trono – si legge su Event report -. Il ritmo incalzante di Goodbye di Feder era la colonna sonora del quadro vivente composto da più elementi: corpi aggrovigliati sulla parete di fondo dai colori del carne, del rosso e del nero; un salotto con soffici tappeti e sedute di velluto rosso e bordeaux, una piramide di fragole e camerieri in livrea bianca con calici di champagne ghiacciati».

Poi un videmapping per l’accidia nella Sal degli arazzi e la gola, il clou, nel Salone delle feste, con «sei ballerini in abiti settecenteschi, di fronte a una tavola allestita con installazioni floreali, interpretavano il tema», prima del gran finale con tutti i ballerini che hanno danzato «sulla tavola imbandita e trasformata in palcoscenico». Chissà che Dante non avesse in mente proprio questo.