La critical mass a Monza con la ghost bike per Matteo Trenti, la mamma: «Contento anche lui»

La critical mass è arrivata ancora a Monza da Milano per ricordare Matteo Trenti, il giovane ciclista ucciso da un’auto il 31 marzo. È sbucata all’improvviso da piazza Cambiaghi e ha bloccato il traffico di via Azzone Visconti. Posata la ghost bike in sua memoria, presente la mamma del ragazzo.
Monza, la ghost bike in memoria di Matteo Trenti
Monza, la ghost bike in memoria di Matteo Trenti Fabrizio Radaelli

Sono spuntati all’improvviso da piazza Cambiaghi e hanno bloccato il traffico di via Azzone Visconti, in entrambe le direzioni. Hanno sdraiato le loro biciclette per terra e hanno intimato ai conducenti «Di qui non si passa fino a quando non abbiamo finito».
La critical mass è arrivata a Monza da Milano per ricordare Matteo Trenti, il giovane ciclista che ha perso la vita dopo esser stato travolto da una Wolkswagen Scirocco lo scorso 31 marzo. Sul luogo dell’incidente si sono presentati in diverse centinaia, ciclisti, amici, compagni del gruppo scout e compagni di classe. In silenzio hanno guardato posizionare la ghost bike dedicata a Matteo, una piccola bicicletta dipinta di bianco che è stata legata a un palo e a cui è stato appeso un cartello con la dedica “Ti manderò un bacio con il vento / e so che lo sentirai / ti volterai senza vedermi / ma io sarò lì”, da una poesia di Pablo Neruda.

La mamma di Matteo, che ha pedalato assieme ai ciclisti della critical mass da Milano, ha voluto ringraziare gli organizzatori dell’evento e tutti i partecipanti: «Anche Matteo da lassù ci sta guardando sorridente – ha dichiarato – sarà contento anche lui, che adorava andare in bicicletta. Ci è sempre andato, fin da quando era piccolo».

«Sappiamo che sei lassù – ha poi detto un suo compagno di classe – con l’ultimo sorriso impresso sul volto, lo stesso sorriso che incrociavo tutti i giorni: un fermo immagine dove gli occhi non si chiudono, i cuori non si spezzano. L’appello, raggiunta la lettera “t” non ha più senso. Ti ricordi il “Cavallone d’Africa”, il torneo di calcetto del Frisi, ora è dedicato anche a te. Abbiamo partecipato ma, come forse già sai, non ne siamo usciti proprio da campioni. Ma abbiamo giocato con il cuore, a con il tuo ricordo a scandirne i battiti. Ci hai fatto sentire tanto piccoli, ma ci hai fatto anche crescere».