La Brianza aspetta altri profughi Bando del prefetto per l’accoglienza

Nei prossimi mesi potrebbero arrivare in Brianza altre 127 persone richiedenti asilo in fuga dalla guerra: è la stima fatta dalla Prefettura di Monza. Per garantire assistenza via Prina ha pubblicato un bando che punta a individuare centri di accoglienza.
Alcuni profughi arrivati in Brianza
Alcuni profughi arrivati in Brianza Spinolo Massimo

Nei prossimi mesi potrebbero arrivare in Brianza altre 127 persone richiedenti asilo in fuga dalla guerra: è la stima fatta dalla Prefettura di Monza sulla base degli stranieri giunti sul nostro territorio a partire da gennaio. Per garantire loro un’assistenza adeguata la struttura di via Prina ha pubblicato un bando che punta a individuare centri di accoglienza e residence in cui ospitarli: alla selezione, che scadrà il 4 agosto, possono partecipare associazioni di volontariato, enti caritativi e albergatori. Tutti dovranno impegnarsi, in cambio di un contributo massimo di 35 euro al giorno per ogni ospite, non solo a fornire un tetto e i pasti o gli alimenti per cucinarli, ma anche a organizzare corsi di italiano e progetti che favoriscano l’inserimento nella nostra società di chi scappa dal proprio Paese.

È impossibile, spiegano dalla Prefettura, prevedere la data dei prossimi arrivi dato che i singoli territori vengono allertati da Roma poche ore prima dell’imbarco dei profughi su un volo diretto a Malpensa o su un treno con destinazione Milano. Ipotizzano, però, che non tutti gli stranieri si fermeranno in Brianza: dei 127 giunti nei mesi scorsi un buona parte, tra cui parecchi siriani ed eritrei, è partita immediatamente per il Nord Europa. «Il modello di accoglienza – affermano da via Prina – attuato nella nostra provincia funziona meglio rispetto a quelli di altre zone. Non è facile coniugare disciplina e cuore nell’ospitare chi ha sofferto molto, ma qui il terzo settore sta facendo un buon lavoro». Si sta rivelando vincente anche la scelta di suddividere i migranti in piccoli gruppi per non creare grandi aggregazioni: i profughi, infatti, sono alloggiati in pensionati, strutture religiose e private di diversi comuni tra cui Monza, Bovisio Masciago, Carnate, Desio, Lissone, Ronco Briantino, Sovico e Sulbiate.