Ipotesi di vendita per il teatro Manzoni? I monzesi dicono no (e preparano le firme)

In consiglio comunale il sindaco aveva ripreso l’idea - già nel suo programma - di un nuovo teatro a Monza per pensionare il Manzoni. E i monzesi hanno levato gli scudi in sua difesa, lanciando una raccolta firme.
Monza Teatro Manzoni
Monza Teatro Manzoni Fabrizio Radaelli

“Il teatro Manzoni di Monza non si tocca”: presto al via una raccolta firme – forse affrettata – per “salvarlo”. L’ondata di protesta è montata, lo scorso giovedì, alla redazione mobile del Cittadino in seguito all’ipotesi di vendere lo storico teatro della città per costruirne uno tutto nuovo.

Lo aveva detto in consiglio comunale il sindaco Dario Allevi: un’idea inserita più o meno a metà del programma presentato a giugno agli elettori (la «realizzazione di un nuovo teatro» che pensioni il Manzoni) e ripresa in aula durante l’illustrazione delle linee d’azione che caratterizzeranno il mandato.

«Il teatro principale di Monza – aveva commentato – non può essere un ex cinema» riadattato in cui i camerini sono relegati in spazi poco consoni alle esigenze degli attori.

L’azienda speciale Paolo Borsa e il direttore artistico, ha aggiunto il primo cittadino, stanno facendo un lavoro egregio sul fronte della programmazione così come sta operando bene La Danza Immobile al Binario 7. Il Manzoni, però, non ha gli standard richiesti alle sale più importanti e non è all’altezza dei grandi interpreti del palcoscenico italiano. Per tanti però in quel teatro c’è la storia della città.

«Dovremmo – ha affermato Allevi – individuare un’area per una nuova struttura, dotata di parcheggi». In centro non esistono siti con simili caratteristiche e, per forza di cose, occorrerà puntare a una zona più periferica: «Potremmo – ha buttato là – pensare alla ex Fossati e Lamperti».

Trovato il luogo, mancherebbero i denari per costruire un edificio che potrebbe non essere economico: «Potremmo – ha suggerito – vendere l’attuale teatro e utilizzare i soldi per quello nuovo». Poi, di fronte a eventuali scettici : «Sarebbe miope non volare alto e con me Monza non volerà più basso».

Nei prossimi mesi, aveva anticipato il sindaco, l’amministrazione rifletterà anche sulla Casa degli Umiliati definita «un buco perenne». «È bella ma se non si riempie di contenuti continuerà a perdere e il Comune non può permettersi» di ripianare ancora i suoi bilanci. «Valuteremo come gestirla, finora non ha venduto un numero sufficiente di biglietti».