Inceneritore di Desio, l’Anticorruzione contro Bea: «La gara per la turbina va rifatta»

L’Autorità nazionale anticorruzione risponde all’esposto del Movimento 5 Stelle sulla gara per la turbina dell’inceneritore di Desio e indica la strada a Bea: rifare tutto. M5S chiede dimissioni a raffica, incluse quelle di Gigi Ponti.
Gianmarco Corbetta e il senatore Bruno Marton davanti all'Anticorruzione a Roma
Bruno Marton, a destra, con Gianmarco Corbetta Paola Farina

«La gara è stata aggiudicata per un importo superiore rispetto a quello indicato nel bando». E poi: «La stazione appaltante ha aggiudicato per un importo superiore a quello messo a gara per ottenere una prestazione tecnicamente inferiore a quella potenzialmente richiesta». E ancora: «Clausole discordanti nella documentazione di gara». Sono questi, racconta il Movimento Cinque stelle, i rilievi fatti dall’Autorità nazionale anticorruzione dopo l’esposto presentato sulla gara per la turbina dell’inceneritore di Desio. Il che, per M5S Lombardia, significa una sola cosa: «Il Presidente della Provincia Gigi Ponti vada a casa, se ha un minimo di decenza».

È un attacco frontale quello del movimento nei confronti delle scelte della società Bea nella doppia gara da 7,5 milioni di euro. Decisioni che per Gianmarco Corbetta, consigliere M5S regionale, si traducono nella «responsabilità politica del Pd brianzolo», «devastante: hanno portato sul baratro una società pubblica e i suoi lavoratori, piazzando politici mal riciclati nei Consigli di amministrazione, difendendo ad oltranza manager incapaci anche quando bastava leggere le carte per rendersi conto di quanto succedeva, perseguendo una politica industriale fallimentare, senza capire che il mondo in cui i rifiuti si dovevano bruciate è finito».

«Sarebbe stato dunque necessario in ipotesi di gara deserta o di assenza di offerte appropriante – si legge nelle carte dell’Anac di Raffaele Cantone – rivolgersi nuovamente al mercato, aprendo un nuovo confronto competitivo. Circostanza, peraltro, che nel caso di specie sarebbe stata quantomai opportuna, in considerazione del fatto che le numerose criticità rilevate nella gara in oggetto inducono a concludere che l’offerta di Comef s.r.l. non potesse ritenersi “appropriata”». Bea S.p.A. ha venti giorni di tempo per «manifestare la volontà di conformarsi alle indicazioni dell’Autorità».

Per Corbetta «Anac ha letteralmente demolito le tesi difensive di Bea, confermando le gravi inadempienze e criticità segnalate dal Movimento 5 Stelle e ravvisando la necessità che a tutela dell’interesse pubblico la gara sia annullata. Abbiamo fatto un enorme lavoro di studio e analisi, durato mesi, su tutta la documentazione del bando: troppe le anomalie, troppe le stranezze… e ora l’Anac non solo conferma i nostri dubbi ma va oltre nell’indagine».

E ancora: «In attesa che la Procura della Repubblica si pronunci sulle responsabilità penali, do per scontate le dimissioni dei Consigli di amministrazione di Bea e Bea Gestioni e del direttore generale di Bea», colpe che per M5S sono da ricondurre anche all’attuale presidente Mazzucconi, perché ha lavorato in « perfetta continuità tra l’operato delll’ex presidente Boselli». Responsabilità da estendere su su fino a Gigi Ponti, presidente della Provincia, «l’ente azionista di maggioranza relativa in Bea».

Daniela Mazzuconi, presidente di Bea, si difende: «All’Anac presenteremo le controdeduzioni. Annullare la gara sarebbe troppo oneroso. Io non rispondo di atti presi prima del mio arrivo.»