Inceneritore di Desio, Corbetta accusa: «Bea vuole denunciarmi»

Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gianmarco Corbetta sul suo blog: «Bea vuole denunciarmi». Sullo sfondo, la dura presa di posizione contro la fusione con Cem. Intanto 5 stelle e Comitato Beni Comuni perdono il ricorso per il servizio idrico.
Inceneritore di Desio, Corbetta accusa: «Bea vuole denunciarmi»

«Bea vuole denunciarmi»: a raccontarlo è il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gianmarco Corbetta, impegnato sul fronte dei rifiuti, che torna a parlare della società che gestisce l’inceneritore di Desio e del progetto di fusione con Cem Ambiente: alcuni giorni fa aveva pubblicato sul suo blog un post dal titolo “Il Pd brianzolo orchestra un’operazione di salvataggio del forno inceneritore di Desio a spese dei comuni soci di Cem che pagherebbero il conto del revamping”, accompagnato da un’immagine in cui si legge “Bruciare il denaro di 49 Comuni nell’inceneritore pur di tenerlo aperto. Ecco cosa vuole fare il Pd brianzolo”.

«Apprendo dal verbale dell’Assemblea dei Soci di Bea S.p.A. (la società pubblica che gestisce l’inceneritore di Desio) del 23 ottobre scorso che il Presidente ha preannunciato “azioni a tutela della società” contro di me – ha invece scritto lunedì 10 novembre – colpevole di aver pubblicato sul mio blog un articolo in cui svelavo i loro piani per la fusione con Cem Ambiente».

Corbetta rivendica il diritto a divulgare documenti pubblici e ricorda poi come il diritto di opinione sia tutelato dalla Costituzione. «Dunque che senso ha questa preannunciata volontà di Bea di procedere nei miei confronti? Possibile che i sindaci soci di Bea non abbiano avuto nulla da ridire e si siano limitati a “prendere atto”? Non voglio nemmeno pensare che una società pubblica intraprenda una causa legale nei confronti di un rappresentante istituzionale che si è limitato a diffondere un documento pubblico esprimendo, nell’esercizio delle sue funzioni di Consigliere Regionale, le proprie opinioni politiche sul punto». E poi conclude: non mi faccio intimorire.

Va così sul fronte rifiuti, ma intanto i 5 stelle e il Comitato Beni comuni incassano la sentenza del Tribunale amministrativo della Lombardia che ha giudicato inammissibile il ricorso contro l’operazione dell’Ato (Azienda Speciale Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale) per la gestione unica del servizio idrico integrato a Brianzacque. «In particolare, secondo i giudici amministrativi, il Comitato non ha dimostrato di avere i requisiti di rappresentatività necessari per la tutela dell’ interesse di cui si dichiarano portatori – ha scritto in una nota Brianzacque – Anche i consiglieri comunali “pentastellati” sono carenti di legittimazione a ricorrere, non potendo infatti invocare la legittimazione della minoranza a impugnare una delibera dell’organo di cui fanno parte (i Comune), dato che la delibera impugnata è dell’ Ato».

I ricorrenti dovranno anche pagare 7mila euro di spese processuali. «Ora, ci auguriamo che il tempo delle polemiche sterili e pretestuose sia terminato e che l’azienda venga valutata in ragione del mutato assetto societario e della qualità dei servizi offerti», ha concluso la società.