Il ritorno dell’infiorata di San Giovanni nel duomo di Monza

FOTO - VIDEO Torna a vestirsi di colori e profumi il duomo di Monza in occasione della festa patronale di san Giovanni. Fino a domenica sarà possibile ammirare le composizioni artistiche firmate da nove fioristi sugli altari e nelle cappelle.
Monza, Giovanni Santamaria davanti a uno degli addobbi floreali in Duomo per la patronale
Monza, Giovanni Santamaria davanti a uno degli addobbi floreali in Duomo per la patronale Fabrizio Radaelli

Torna a vestirsi di colori e profumi il duomo di Monza in occasione della festa patronale di san Giovanni. Fino a domenica sarà possibile ammirare le composizioni artistiche firmate da nove fioristi. Gli altari fioriti, segno di devozione e sfoggio di maestria floreale, ritornano a impreziosire gli angoli della basilica dopo un anno di assenza.

A guidare il team di fioristi che già martedì pomeriggio avevano ultimato l’allestimento degli altari, in tempo per la messa della vigilia, è ancora una volta Giovanni Santamaria: «Io mi chiamo Giovanni e da vent’anni, in occasione della festa del patrono, addobbavo la cappella dedicata al Battista. Poi ho voluto coinvolgere amici e colleghi e così è nata la tradizione degli altari fioriti».

Nove gli altari allestiti con eleganti composizioni floreali più il battistero e il quadro della Madonna dell’aiuto. Composizione corale, firmata da tutti e nove i fioristi, per l’altare maggiore quello dedicato a san Giovanni, dove sono stati collocati gladioli rossi a ricordo del sangue della testa decollata del Battista e ortensie bianche. E proprio l’ortensia è stata scelta nella maggior parte degli allestimenti, dalle tonalità del bianco per l’altare di santa Caterina, curato da Artemisia, a quelle blu della cappella di sant’Antonio, addobbata da un team di fioristi arrivati da Gorla Minore e Solbiate Olona.

Bianco predominante anche per l’altare dell’angelo custode, firmato da Claudio Santamaria e al Battistero dove il monzese Massimo Del Giudice ha scelto margherite bianche, segno di purezza e semplicità.

Per la cappella della Madonna del rosario Alberto Dell’Orto si è lasciato ispirare dalla frutta dipinta da Arcimboldo nell’affresco dell’Albero della vita, e così il suo allestimento, studiato sulle tonalità del verde, propone meloni, uva e angurie su alzate che svettano appoggiate sulle balaustre. Claudio Panzeri, che ha curato l’allestimento dell’altare di santo Stefano che custodisce la croce delle reliquie, ha utilizzato anche il legno, mentre nella cappella del Santissimo Sacramento, curata da I fiori di Mario di Carate, le spighe ricordano il Pane eucaristico.

È Giovanni Santamaria l’autore dell’addobbo nella cappella di Talamoni, dove ortensie e rose bordeaux richiamano i colori della veste del beato monzese. Infine Isabella Sangalli, giovane fiorista monzese, ha addobbato la Madonna dell’aiuto con una tavolozza di fiori colorati. Gli allestimenti hanno fatto da cornice mercoledì mattina alla messa solenne, celebrata da don Guido Pirotta, che quest’anno ricorda il cinquantesimo di ordinazione

Il duomo ha premiato anche i suoi parrocchiani più fedeli. Martedì sera, durante la messa vigiliare della festa patronale, l’arciprete monsignor Silvano Provasi ha consegnato a due parrocchiane l’attestato “Una vita per il duomo”. Un premio quest’anno tutto al femminile: Lucia Ratti ed Edmea Porta.

La prima da trent’anni ricopre il ruolo di contralto nella Cappella musicale della basilica, «colonna portante della sezione vocale e persona animata da particolari e generose capacità di coinvolgimento umano – ha detto monsignor Provasi motivando la consegna della benemerenza – Attivissima nei momenti di convivialità, anche per le doti di cuoca pasticciera, ha sempre trasformato in eventi di comunione gli impegni artistici e le celebrazioni animate dalla Cappella musicale».
Edmea Porta era già 35 anni fa membro del gruppo delle “mamme antiche”, «che hanno sostenuto l’ardimento del vecchio oratorio di riaprire lo sconquassato portone di via San Giovanni Bosco, e incamminarsi sul duro cammino del suo risorgimento dietro l’abside del duomo».