Il ritorno dell’eroina a Monza e Brianza: chi ne fa uso oggi lavora e ha famiglia

L’allarme eroina a Monza e Brianza è ritornato. Siringhe usate vengono ritrovate quotidianamente in via Guarenti, allo stadio Sada, ma anche in piazza Cambiaghi. L’identikit dell’assuntore: non più giovane sbandato, ma con un lavoro e famiglia.
Monza, siringhe in via Guarenti
Monza, siringhe in via Guarenti Fabrizio Radaelli

L’allarme eroina è ritornato. Le immagini di giovani tossicodipendenti sdraiati sulle panchine dei giardinetti o che in un angolo si iniettano la dose, fanno di nuovo capolino in città. Paragonarli ai protagonisti del film “I ragazzi dello zoo di Berlino” sarebbe però un azzardo.

Perché i tossicodipendenti con la siringa, a Monza e Brianza, spesso vestono in giacca e cravatta. Ben lontani da giovani sbandati e senza fissa dimora, ma al contrario lavoratori, per lo più uomini, con un’età compresa tra i 30 e i 55 anni, e che spesso hanno anche moglie e figli. Anche se tra questi insospettabili dipendenti da droghe da buco, non mancano gli stereotipi di sbandati che vivono in strada alla ricerca di un luogo, spesso neppure appartato, dove iniettarsi la dose. E proprio questi ultimi, da mesi, la sera hanno fatto dell’ingresso dello stadio Sada il loro rifugio.

Sotto la tettoia si preparano e si iniettano la droga, per poi abbandonare per terra le siringhe, o come è avvenuto nei giorni scorsi, di lanciarle direttamente nello stadio.
«Sono stanco ed esasperato di raccogliere ogni mattina una ventina di siringhe davanti all’ingresso, oltre a quelle gettate dentro – tuona Gaetano Galbiati, direttore della Fiammamonza – C’è bisogno di controlli delle forze dell’ordine in borghese, e maggiore collaborazione nella pulizia da parte degli operatori della Sangalli che spesso latitano. Mi sono comprato apposta il raccoglitore e il contenitore per le siringhe usate, che riempio in un lampo».

Un problema che, secondo i dati che ci sono stati forniti dall’Asl di Monza e Brianza, negli ultimi due anni si sarebbe stabilizzato, con un lieve incremento nel 2014. Numeri alla mano i consumatori di droghe per via iniettiva (come vengono definiti in gergo i tossicodipendenti che utilizzano la siringa), seguiti dal dipartimento di dipendenze dell’Asl briantea nel 2013 erano 758 mentre nell’anno successivo sono passati a 780.

Su un totale di pazienti, seguiti l’anno scorso, di 4.092 unità comprensivi non solo di tossicodipendenti ma anche di persone che presentano dipendenze da alcol, gioco d’azzardo e fumo. «Non possiamo parlare di emergenza di eroinomani per via iniettiva – precisa il dottor Biagio Tinghino, responsabile dell’Unità Operativa Terza e dell’Osservatorio dipendenze dell’Asl di Monza e Brianza – Né di un ritorno al passato, perchè i drogati di oggi sono diversi rispetto a quelli di quarant’anni fa. Non c’è un target e non c’è uno stereotipo, anche perché oggi rispetto al passato l’eroinomane è spesso una persona che lavora e che vive all’interno di una famiglia».

Ma il dato brianzolo positivo è che il tossicodipendente con la siringa nostrano una volta intrapreso il percorso di recupero non lo abbandona. «Il 48 per cento delle persone che l’anno scorso abbiamo seguito, erano già in carico l’anno precedente – precisa – Il percorso infatti, se volto adeguatamente, può durare anche diversi anni».