Il palazzo Upim di Monza? Si poteva abbattere vent’anni fa: parola di Benevolo

Il piano regolatore dello studio Benevolo aveva previsto l’abbattimento del palazzo dell’Upim vent’anni fa. Poi non se ne fece nulla. Ma due decenni dopo Alessandro Benevolo è sicuro: si poteva abbattere, le spese si sarebbero ripagate da sole.
Leonardo e Alessandro Benevolo nel 1995 in consiglio comunale a Monza
Leonardo e Alessandro Benevolo nel 1995 in consiglio comunale a Monza Fabrizio Radaelli

Il piano regolatore firmato dallo studio Benevolo prevedeva, già vent’anni fa, l’abbattimento del palazzo dell’Upim. Il documento urbanistico era stato approvato, non senza polemiche, anche in consiglio comunale. Ma da allora più nulla è stato fatto. Alessandro Benevolo ha ancora lo studio con i familiari a Cellatico, in provincia di Brescia, e alla metà dei Novanta ha lavorato al piano urbanistico più noto della sviluppo monzese, ma due decenni dopo, ormai poco resta di quel documento. Se non la mai sopita volontà di intervenire sul palazzo dell’Upim.

Architetto Benevolo, già nel 1995 immaginavate l’abbattimento del palazzo che dà su piazza Trento e Trieste, era davvero un progetto realizzabile il vostro?Ce lo può illustrare in sintesi?

Il progetto era concretizzabile, tanto è vero che è stato votato anche in consiglio comunale. La proposta consisteva nell’abbattimento del palazzo, la realizzazione di un parcheggio a pagamento a raso e la realizzazione di bassi edifici a funzione commerciale che avrebbero preso il posto del palazzo dell’Upim. La demolizione avrebbe portato senz’altro grandi costi, ma con la creazione di un parcheggio a rotazione e la realizzazione di attività commerciali, l’operazione avrebbe avuto anche notevoli introiti. Inoltre con la creazione di volumi più bassi e meno invasivi si avrebbe avuto una percezione diversa della piazza.

Avevate calcolato anche la fattibilità economica della proposta?

Sì, abbiamo fatto questo calcolo. E c’era sicuramente uno sbilanciamento a favore dei costi rispetto ai ricavi di quell’operazione in fase iniziale, ma con il lungo andare l’operatore privato che avrebbe gestito l’operazione avrebbe potuto rientrare dei costi della demolizione con gli introiti del parcheggio e delle attività commerciali. Purtroppo alla fine è stato deciso di non prendere in considerazione questa proposta.

Sono passati quasi vent’anni dalla approvazione del vostro piano regolatore, che cosa è rimasto di quel documento? Si è concretizzata la Monza che voi prevedevate?

È tanto che non seguo le vicende urbanistiche monzesi, ma da quanto so la Monza che noi pensavamo non si è poi concretizzata. Noi per esempio avevamo previsto un ri-disegno del parco per come era nel ‘700 con il rimboschimento di alcune parti del parco e la disboscamento in altre parti così da tornare al disegno originale del parco. Questo non è stato fatto. Come non è stato fatto poi la “corona” verde intorno allo stesso parco. A proposito, cosa ne è stato della Cascinazza?

Alla fine è stata vincolata. Voi cosa proponevate?

Anche il nostro documento urbanistico prevedeva una tutela dell’area della Cascinazza che è una zona sempre molto contestata all’interno dei documenti urbanistici monzesi. Inoltre volevamo riqualificare il centro , partendo proprio dall’abbattimento del palazzo dell’Upim che era un segno molto distintivo del nostro progetto.

Come commenta i passi successivi che hanno contribuito a realizzare gli ultimi documenti urbanistici monzesi, dal vostro piano alle ultime proposte?

Come ho detto non ho particolarmente seguito le vicende urbanistiche di Monza, dopo il nostro piano regolatore. So soltanto che la fotografia di Monza che noi avevamo scattato con il nostro documento urbanistico e le previsioni che la proposta conteneva, che volevano immaginare Monza dopo vent’anni, poi non si sono concretizzate.