Il Jobs act del Pd passa alla Camera, il monzese Civati vota contro

Con 316 sì e 6 no l’Aula ha approvato la riforma sul lavoro ma 40 dem voltano le spalle al premier Renzi
Il Jobs act del Pd passa alla Camera, il monzese Civati vota contro

Tra mugugni e defezioni alla Camera dei deputati passa la riforma del lavoro del premier Matteo Renzi. Ma il Pd si spacca, sono 40 i parlamentari dem che non votano il Jobs Act, sei votano contro il testo, tra questi il monzese Pippo Civati e Luca Pastorino. Cinque anche gli astenuti, compresi i civatiani Paolo Gandolfi e Giuseppe Guerini.

Così, con 316 sì e 6 no, l’Aula della Camera ha approvato il Jobs act senza far ricorso al voto di fiducia e con modifiche rispetto al testo del Senato. Il provvedimento torna adesso a Palazzo Madama per il via libera definitivo.

Matteo Renzi sgombra subito il campo da voci che minacciano esplusioni dal Pd per chi non ha rispettato le direttive del voto. «Nessun provvedimento- spiega il premier- non sono previste sanzioni ma, sicuramente andrà affrontato il tema della disciplina di partito in vista della lista unica dell’Italicum».

Pippo Civati spiega il motivo del suo “no”: «Nel momento in cui i lavoratori non si sentono rappresentati bisogna avere la chiarezza di votare contro in aula. Sono state prove tecniche di scissione? Dipende da Matteo Renzi».