Il furto del profilo social e le richieste di foto intime: quattro casi in Brianza

LEGGI I tranelli della Rete - Il furto del proprio profilo social, poi il ricatto alla vittima per riavere indietro le proprie credenziali e la propria identità “online”. Quattro casi in sei mesi in Brianza: a Limbiate, Paderno Dugnano e Arcore.
I tranelli di Facebook
I tranelli di Facebook

Il furto del proprio profilo social, poi il ricatto alla vittima per riavere indietro le proprie credenziali e la propria identità “online”. Oggi il rischio corre nell’universo della rete. Ad esserne ben consapevole e a lanciare un allarme sui rischi che si nascondono dietro l’universo del web è l’associazione White Mathilda che, con i suoi sportelli di sostegno e aiuto alle vittime di violenza, stalking e bullismo, si trova sempre più spesso ad affrontare casi di stalkeraggio che finiscono nella mani della Polizia postale. Casi dietro cui si nascondono sofferenze e il rischio di ben altre gravi conseguenze, come la diffusione di foto che violano la privacy.

«Negli ultimi sei mesi – spiega la presidente Luisa Oliva- abbiamo affrontato quattro casi diversi ma accomunati dal pericolo dei social network: uno a Limbiate, due a Paderno ed uno ad Arcore. Bisogna sensibilizzare le nuove generazioni sul fatto che molto spesso vi si nasconde un mondo oscuro, composto da profili che non sempre corrispondono a chi c’è dietro lo schermo e la tastiera e che sono realmente pericolosi: la sensibilizzazione deve passare anche attraverso la famiglia, nessuno si deve tirare indietro».

Ad esempio c’è il caso di Giacomo – nome fittizio- un neo diciottenne che ha presentato denuncia per stalkeraggio sul web dopo essersi presentato allo sportello limbiatese dell’associazione.

«Il suo profilo Facebook – prosegue il racconto di Oliva- è stato violato per mesi da un tizio che, ad un certo punto, ha chiesto delle foto di nudo del ragazzo. In cambio gli avrebbe restituito il suo profilo, almeno a parole, in quanto le promesse dell’ignoto sono apparse fin da subito una specie di trappola per il giovane. Giacomo non ha acconsentito alle richieste, ma qualche settimana dopo diversi messaggi hanno continuato ad arrivargli anche sui social e sul suo numero di cellulare, sempre con lo stesso ricatto. E anche un suo amico, coetaneo, è caduto nella stessa rete».

Un episodio, così come gli altri accaduti, che si colloca in un contesto familiare e sociale difficile. «Troppo spesso il disagio famigliare ricade sui figli – è l’allarme – e comunque, nello stalking e nella violenza in genere, tutta la famiglia viene coinvolta. Ecco perché è importante offrire sostegno a tutta al nucleo, per aiutare i giovani a uscire da queste situazioni. Senza giudicare, senza dover per forza cercare colpe e errori. Lo scopo deve essere solo uno: porre fine alle persecuzioni. Importantissima rimane l’attenzione della famiglia».