Giussano, compravendita di droga alla scuola media di Paina: espulsi due studenti

VOTA IL SONDAGGIO Chi ha ragione? - Il Consiglio di istituto ha deciso: espulsione per i due studenti di una classe terza delle scuole medie di Paina di Giussano che, due settimane fa in classe erano stati protagonisti (lui come venditore, lei come acquirente) di una cessione di marijuana. Il sindaco: «È un fallimento».
La scuola media di Paina di Giussano
La scuola media di Paina di Giussano Federica Verno

Il Consiglio di istituto ha deciso: espulsione per i due studenti di una classe terza delle scuole medie di Paina di Giussano che, due settimane fa in classe erano stati protagonisti (lui come venditore, lei come acquirente) di una cessione di marijuana. Un provvedimento proposto dal Consiglio di classe e ratificato dall’organo che riunisce i rappresentanti degli insegnanti dell’istituto scolastico e dei genitori. Per loro espulsione e non ammissione all’esame di terza media. Una decisione che non è stata presa all’unanimità.


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«In qualità di presidente del consiglio d istituto comprensivo “Don Rinaldo Beretta” – ha spiegato Silvana Varenna – vorrei che fosse chiaro a tutti che la decisione assunta lunedì scorso dal consiglio è stata sofferta, difficile e profondamente ponderata e dibattuta; non è stata certamente presa a cuor leggero. I consiglieri hanno dovuto fare appello al loro senso di responsabilità e di autorevolezza. Ognuno ha contribuito alla decisione come poteva fino al verdetto più difficile».

Questo l’obiettivo del provvedimento duro nei confronti di due alunni comunque “difficili”: «Per noi unico fine è il bene dei ragazzi – ha aggiunto Varenna – Abbiamo cercato di capire cosa volesse dire “amare “ veramente i due ragazzi coinvolti nella vicenda di droga per poterli aiutare concretamente. A maggioranza siamo giunti a convergere nella decisione che espellerli dalla scuola per poterli affidare ad una strutture capace di aiutare la loro dipendenza fosse la soluzione migliore. Ingiusto nei loro confronti sarebbe stato il pretendere che prendessero la licenza media ignorando il loro problema di salute ed emotivo. Abbiamo creduto di agire per il loro bene e per il bene di tutti gli altri ragazzi. La licenza media sarà per loro un traguardo che ci auguriamo potranno prendere con merito al più presto una volta risolti i loro problemi».

Circa due settimane fa una ragazzina di 15 anni aveva acquistato da un coetaneo della marijuana, inserita nel diario. Tutto durante una normale ora di lezione.

I compagni hanno capito che stava succedendo qualcosa di strano e hanno allertato l’insegnante. E la docente ha poi fatto intervenire la vice preside. A scuola erano, quindi, intervenuti i carabinieri della locale stazione.

I militari avevano accompagnato i due studenti in caserma accertando la cessione per qualche euro. I due ragazzi, avendo superato i 14 anni di età, sono stati denunciati al Tribunale dei minori lui per spaccio e lei per consumo di sostanze stupefacenti.

Il sindaco aveva annunciato un ricorso al Tar qualora i due studenti fossero stati espulsi dalla scuola. Prima che il Consiglio di istituto si riunisse, Matteo Riva, come rappresentante dell’ente affidatario dei due giovani, ha scritto una lettera all’organo collegiale spiegando le ragioni per cui, secondo lui, non sarebbe stata una buona cosa provvedere all’espulsione dei due ragazzi.

«Mi sento di esprimere la mia opinione non tanto sul fatto in sé che non deve essere minimizzato – si legge nella lettera che lui stesso ha voluto fosse nota – ma sulla fondamentale decisione che il Consiglio d’istituto deve prendere. Scegliere di espellere due ragazzi per il quale l’obbligo di frequenza cesserà al compimento del sedicesimo anno, crea in me il timore di assistere al futuro abbandono della scuola e al non ottenimento della licenza di media inferiore con tutte le conseguenze che questo può comportare anche nel futuro lavorativo dei due adolescenti ».

Il sindaco tutore dei due ragazzi giudica «un fallimento sociale ed educativo della scuola una qualsiasi forma di esclusione dalla scuola, che anche di fronte a un’azione sbagliata, non può permettersi di pregiudicare il futuro di due adolescenti, che hanno il diritto di riscattarsi dalle loro azioni terminando l’anno scolastico, sostenendo gli esami di terza media e sognare come tutti i coetanei un futuro felice».

Non farà ricorso al Tar, ma sta pensando di far «sostenere ai due giovani l’esame di terza media, da privatisti, in un’altra scuola». La data del 31 marzo è, però, l’ultima possibile per presentare gli alunni come privatisti (per coloro che si ritirano). L’unico modo sarebbe, appunto, ricorrere al Tribunale amministrativo.