Strage di Milano, Giardiello si decide a parlare: «Sono entrato in tribunale con la pistola»

Dopo quasi tre mesi di silenzio ha parlato Claudio Giardiello, l’imprenditore di Brugherio noto come il “killer del tribunale di Milano”. L’ha fatto lunedì davanti ai magistrati bresciani, il procuratore capo, Tommaso Buonanno, e il sostituto Isabella Samek Ludovic.
Lo scooter di Giardiello in fuga dal tribunale di Milano inquadrato da una telecamera a Brugherio
Lo scooter di Giardiello in fuga dal tribunale di Milano inquadrato da una telecamera a Brugherio

Dopo quasi tre mesi di silenzio ha parlato Claudio Giardiello, l’imprenditore di Brugherio noto come il “killer del tribunale di Milano”. L’ha fatto lunedì davanti ai magistrati bresciani, il procuratore capo, Tommaso Buonanno, e il sostituto Isabella Samek Ludovic.

Per la prima volta, dopo essersi avvalso per tre volte della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati monzesi, ha raccontato i dettagli del suo blitz in tribunale, a Milano, quel 9 aprile: secondo quanto riferito dal suo nuovo legale, l’avvocato Andrea Dondè, al quotidiano La Repubblica, durante l’interrogatorio avrebbe detto agli inquirenti bresciani di essere entrato armato dall’entrata di via San Barnaba, quella con i controlli. «Ha avuto difficoltà, si è interrotto più volte ma ha risposto a tutte le domande, compreso il tragitto fatto all’interno del tribunale» ha detto l’avvocato.

Come già fatto davanti a un consigliere regionale che è andato nei giorni scorsi a trovarlo in carcere (LEGGI QUI) Giardiello, sempre a detta del suo legale, si sarebbe scusato per quanto ha fatto: «È avvilito per i danni arrecati. Lui voleva farla finita quel giorno».