Giardiello: «Chiedo perdono, ho un grande vuoto nel cuore»

Claudio Giardiello, da una cella del carcere di Monza dove è andato a trovarlo un consigliere regionale, chiede perdono ai suoi familiari e a quelli delle vittime della strage del tribunale di Milano. Non fa nulla e non parla con nessuno.
Claudio Giardiello
Claudio Giardiello

Lasciati gli abiti di ottimo taglio e le cravatte per jeans e scarpe da ginnastica, non esce dalla cella per l’ora d’aria, non guarda la tv, non legge: sembra dissociato, lontano anni luce dal mondo Claudio Giardiello, ormai noto come “il killer del tribunale di Milano”. La strage risale a due mesi e mezzo fa (LEGGI QUI).

Come accade sempre, dopo i primi giorni sotto ai riflettori la vicenda dell’imprenditore è stata quasi dimenticata. Sabato – come riporta Repubblica – è andato a trovarlo un consigliere regionale. Ha aperto la porta della cella 312 del carcere di Monza, una cella al terzo piano che da qualche giorno Giardiello condivide con un altro detenuto dopo 2 mesi di isolamento.

Al politico ha detto: «Chiedo sempre perdono ai mie figli e mia alla compagna che vengono spesso a trovarmi». E ai familiari delle vittime? Chiede il consigliere. «Anche a loro» risponde Giardiello. Ha aggiunto: «Sono pieno di pensieri», e ancora: «Ho un vuoto grande qui» battendosi lentamente il petto.

Ma da quel 9 aprile quando uccise tre persone, il suo ex legale, il giovane avvocato Lorenzo Claris Appiani, 37 anni, Giorgio Erba, 60 anni e il giudice fallimentare Ferdinando Ciampi, oltre a ferire gravemente il nipote Davide Limoncelli, e gambizzare il commercialista Stefano Verna, non ha mai collaborato con pm e carabinieri. Dopo la fuga era stato rintracciato dai carabinieri di Vimercate e bloccato alle torri Bianche mentre stava andando a “completare il lavoro” con un altro ex socio, nella Bergamasca.

Oggi sembra completamente svuotato. Non vuole parlare con nessuno, neppure con gli assistenti sociali del carcere.E sembra anche che non abbia alcun interesse per il suo destino, per accuse che gli potrebbero costare il carcere a vita.