Fumata nera per Bea, tutti i retroscena che scuotono l’inceneritore di Desio

Una società che non ha più un vertice dopo una raffica di dimissioni; un consiglio di amministrazione che non riesce a garantire un cambiamento; una città che si interroga su che cosa sta accadendo intorno al ciclo dei rifiuti. Ecco il caso Bea di Desio.
Il forno inceneritore di Desio
Il forno inceneritore di Desio

«Errori, passi falsi e forzature: Bea deve fare piazza pulita del vecchio management». Così Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Lombardia, commenta le notizie pubblicate dal Cittadino di Monza e Brianza di sabato sulle motivazioni delle dimissioni del Presidente di Bea, Silvio Boselli da ricercare nei gravissimi problemi relativi all’aggiudicazione della gara per la fornitura e gestione della turbina dell’impianto di teleriscaldamento.

L’attacco dei grillini

«La gestione di Bea degli ultimi anni è costellata da errori e forzature a partire dal progetto fallito di costruire un nuovo grande impianto (anni 2000), dall’idea, fortunatamente respinta di vincolare i comuni a conferire per 20 anni una quantità prestabilita di rifiuti da bruciare (piano industriale 2012), fino al bando di gara (andato deserto) per i lavori di revamping del vecchio forno e all’illegale scambio di azioni (accantonato) tra Bea e Cem in vista della fusione delle due società: il tutto sempre con l’unica finalità di salvare il forno dal suo destino naturale, la chiusura» commenta ancora Corbetta.

La fumata nera

Fumata nera, intanto, per il nuovo vertice societario. L’assemblea dei soci (11 comuni e Provincia) convocata d’urgenza mercoledì non ha preso alcuna decisione. Non è ancora stato eletto il nuovo presidente. Nel frattempo, quasi tutto il cda si è sgretolato. Si sono dimessi, a catena, nei giorni scorsi, anche altri tre componenti, Mirco Bellè, Roberta Ronchetti e Maria Carmela Mennonna dipendenti dei comuni soci, (Varedo, Limbiate e Nova Milanese). Resta solo il vicepresidente Giovanni Bolis. Lo hanno fatto «per l’eccessivo carico di lavoro» ma anche per «senso di responsabilità e sensibilità» e perchè le dimissioni di Boselli «non consentono di proseguire l’incarico con la giusta serenità». Così si legge nelle loro lettere di dimissioni, che seguono alla lettera di Boselli.

L’ormai ex presidente ha riferito di «tensioni degli ultimi mesi, aumentate a dismisura nelle ultime settimane», e di «prevaricazioni nei miei confronti».

Cosa è successo? Per ora nessuno dei diretti interessati spiega apertamente. Nemmeno i sindaci soci, tra cui il desiano Roberto Corti, commentano. «Voglio prima capire i fatti», dice Corti. Si può solo intuire quale sia stata la scintilla che ha fatto esplodere il caso.

Il retroscena

L’ultima riunione del cda presieduta da Boselli, il 16 aprile, aveva all’ordine del giorno la gara per la selezione del socio privato di Bea Gestioni per la fornitura e gestione della turbina dell’impianto di teleriscaldamento. Il cda si è riunito per discutere le richieste di chiarimenti del collegio sindacale riguardo l’affidamento dei lavori alla società “Comef”. Il collegio avrebbe espresso dubbi sulla correttezza della procedura. In base a quanto ci risulta, la riunione è stata tesa. Boselli avrebbe difeso la società, mentre il resto del cda avrebbe chiesto innanzitutto di fare chiarezza e verificare se ci siano stati degli illeciti nelle procedure.

Boselli sarebbe stato criticato per aver inviato, prima della riunione, una lettera in risposta ai dubbi sollevati dal collegio sindacale sulla correttezza della gara.

Una lettera da cui gli altri consiglieri hanno preso le distanze, considerandola “personale del presidente” e non dell’intero cda. I consiglieri, in particolare Bolis, avrebbero sottolineato che , dalle documentazioni, sarebbero emerse delle irregolarità commesse dagli uffici. Avrebbero dunque ribadito l’importanza di fare chiarezza. Alla fine della discussione, il cda ha dato mandato al presidente di nominare un legale per un parere sulla procedura della gara. Dopo qualche giorno il presidente , a sorpresa, si è dimesso.