Forse c’è un nuovo acquirente per l’ecomostro di Villasanta

Incontro del sindaco di Villasanta con un imprenditore immobiliare per l’ecomostro al confine con Arcore: è interessato all’acquisto in una eventuale asta, la terza dopo due andate deserte.
I palazzi abbandonati di Villasanta
I palazzi abbandonati di Villasanta Valeria Pinoia

Qualcosa si muove intorno all’ecomostro di via Fieramosca. Nei giorni scorsi il sindaco Luca Ornago ha confermato di avere avuto un incontro con un grosso imprenditore del settore immobiliare che ha fatto qualche domanda sull’area e le destinazioni urbanistiche. Sull’identità dell’imprenditore il primo cittadino mantiene riserbo, ma secondo indiscrezioni si tratta di una realtà che ha già realizzato grosse strutture di interesse pubblico tra Monza e dintorni. Quello che è certo è che non si tratta della famiglia Narducci, unico operatore ad aver manifestato finora qualche interesse senza però arrivare mai a formalizzare un’offerta d’acquisto.

La comparsa di un nuovo operatore -sempre che decida di partecipare a una eventuale asta- muove le acque e lascia sperare che la concorrenza porti al perfezionamento di un’operazione. Il percorso peraltro on sarebbe immediato. Oggi parte della porzione privata dell’area è nelle mani di un curatore fallimentare per conto del pool di banche che concesse i finanziamenti. Già due aste per 6 e 5 milioni di euro sono andate deserte. Poi il curatore ha deciso di prendersi del tempo per un’indagine di mercato più approfondita. Il nuovo bando potrebbe arrivare tra settembre e dicembre e la speranza di molti è che questa volta ci siano delle offerte. L’acquisizione da parte di un operatore solido e motivato è l’unica via che possa fare ripartire lo sviluppo di un tassello di territorio mortificato dall’ecomostro (sulla carta un hotel) e completamente fermo. La paralisi è quanto mai deleteria per la comunità. Tiene fermi servizi, fa invecchiare i progetti di riurbanizzazione. Il progetto originario prevedeva sull’intera area un hotel, un residence, un centro acquatico con spa, la palestra pubblica. Il disegno ha già subito qualche modifica e, trascorsi ormai tanti anni, potrebbe essere ulteriormente corretto.

Proprio Narducci sosteneva che, perché l’offerta fosse appetibile, fosse necessaria l’introduzione di qualche metro cubo residenziale. In attesa che il quadro si chiarisca, il danno più grosso per la collettività non è solo quello d’immagine, per via dell’ecomostro che dà il benvenuto ai passanti. È piuttosto il congelamento del progetto per la nuova palestra che dovrebbe dare ossigeno alle società sportive della città che soffrono da anni l’insufficienza degli impianti. L’opera pubblica è la principale che l’operatore dovrebbe realizzare e cedere al Comune a scomputo oneri.