Ex Macello di Monza, la giunta Scanagatti mette in mora l’amministrazione Mariani

Dopo la sentenza che obbliga il Comune di Monza a pagare 2,3 milioni di danni al privato per il recupero dell’ex Macello, il caso finisce alla Corte dei conti. La giunta Scanagatti mette in mora quella di Mariani: chi ha votato la delibera potrebbe essere chiamato a risarcire la città.
L’ex sindaco Marco Mariani con Roberto Scanagatti
L’ex sindaco Marco Mariani con Roberto Scanagatti FABRIZIO RADAELLI

Sulla vicenda dell’ex Macello si esprimerà la Corte dei conti che, con tutta probabilità, valuterà anche le responsabilità degli amministratori della passata giunta. L’amministrazione Scanagatti infatti ha inviato tutte le carte all’organo di vigilanza sulle spese pubbliche e, contestualmente, ha mandato una comunicazione di messa in mora agli amministratori della passata giunta Mariani – o almeno a quelli presenti durante la seduta di giunta del 30 marzo 2012 (le elezioni successive si sono tenute il 6 maggio) dove si approvava la convenzione con la società Hi Senses, che l’attuale amministrazione ha negato con la delibera di “autotutela” – che si configura tecnicamente come un “avviso ad un potenziale debitore”.

La situazione si fa sempre più ingarbugliata dal punto di vista legale e amministrativo, mentre il consiglio comunale è chiamato a ratificare – dopo le sedute di lunedì 5 e giovedì 8, si vota lunedì 12 – il debito fuori bilancio causato dalla richiesta di danni di 2,3 milioni di euro da parte della società Hi Senses, debito che dopo una recente sentenza il Comune è chiamato a pagare.

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Cercando di ricostruire i passaggi la vicenda sta in questi termini: gli uffici comunali , come era previsto anche nella delibera di autotutela, hanno inviato le carte dell’ex Macello alla Corte dei Conti che è chiamata a esprimersi in questi casi ove si configuri un potenziale danno per l’amministrazione comunale; la stessa Corte dei Conti si esprimerà sulla sussistenza dell’ipotizzato danno per l’amministrazione comunale e valuterà la responsabilità (e l’eventuale risarcimento) da parte dei precedenti amministratori. «Non è un’affermazione di responsabilità, ma un avviso notificato a un potenziale debitore al quale, in caso di soccombenza, verrà chiesto il risarcimento – spiega il direttore generale Mario Spoto – la quantità del rimborso e la consistenza viene decisa dalla Corte dei Conti».

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Parlando con i protagonisti della vicenda era chiaro da tempo che c’era qualcosa di “non detto”, dimostrato anche dal fatto che pochi hanno avuto la volontà di esporsi con dichiarazioni nette su questa vicenda (anche per la presenza di un procedimento legale in corso) ma ora il bubbone pare esploso. Il sindaco Roberto Scanagatti conferma l’avvio della procedura con la Corte dei Conti, ma non commenta.

Due sono le delibere cardine nello sviluppo di questa storia. La numero 205 del 2012 con la quale si approvava la “Convenzione per la progettazione e riqualificazione di una porzione dell’area dell’ex Macello comunale di via Buonarroti mediante ristrutturazione di alcuni edifici esistenti, sistemazione delle aree esterne e successiva gestione funzionale ed economica opera realizzata – affidamento di lavori complementari al concessionario”. Quel giorno, in giunta a votare c’erano il sindaco Marco Mariani, il vice Marco Meloro, gli assessori Pierfranco Maffè, Marco Baldoni, Cesare Boneschi, Alfonso Di Lio, Paolo Gargantini (morto di recente), Andrea Arbizzoni, Silverio Clerici, Simone Villa e Lucia Arizzi. Non c’erano Marina Sassoli e Paolo Romani.

È con questo provvedimento che la giunta Mariani ha concesso al privato la gestione del mercato coperto all’interno del Macello e sempre con questa ha approvato la cessione del diritto di superficie di aree identificate aldilà del canale Villoresi a favore del privato.

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Tutto per compensare il “gli elementi ostativi” identificati dal privato nella realizzazione del progetto precedentemente presentato. Nell’ultima fase dell’amministrazione Mariani (dopo le dimissioni dell’assessore alle Opere pubbliche, Osvaldo Mangone) al lavoro nella squadra c’era anche il capo di gabinetto del sindaco, Claudio Brambilla. L’altra delibera cardine è quella di autotutela (la numero 405/2012) firmata dall’amministrazione Scanagatti a poche settimane dell’insediamento. Con questo provvedimento la giunta ha “congelato” gli accordi tra Comune e Hi Senses che, a seguito di questo atto, ha risolto il contratto e fatto causa per danni al Comune vedendosi riconoscere dal tribunale amministrativo 2,3 milioni di euro di danni che il Comune sta inserendo come “debito fuori bilancio”.