Ex Macello di Monza, la giunta: «Quel progetto non si poteva fare, nell’area metteremo tre scuole»

La giunta Scanagatti vuole portare nell’area dell’ex Macello di Monza tre scuole, incluso il biennio del liceo Porta. E sui piani dell’ex amministrazione l’assessore Marrazzo dice: «Non si poteva fare, mancavano gli atti per portarlo avanti».
Monza: Antonio Marrazzo, assessire alle opere pubbliche di Monza
Monza: Antonio Marrazzo, assessire alle opere pubbliche di Monza Fabrizio Radaelli

«Non potevamo adempiere a quello che prevedeva la convenzione stipulata dalla passata amministrazione, così abbiamo proceduto alla delibera in autotutela». Antonio Marrazzo, assessore alle Opere pubbliche, spiega il retroscena tecnico che ha portato alla delibera comunale che ha spinto il privato ad abbandonare il proseguo delle opere presso l’area dell’ex Macello. E intanto ha già pronta la contromossa: creare all’ex Macello un polo educativo portando all’interno dell’area la scuola Bellani, la Citterio e (novità) il biennio del liceo linguistico “Carlo Porta”. Questo è il progetto futuro per l’ex Macello, una volta conclusa la vicenda legale.

«La passata giunta aveva impegnato il Comune a cedere al privato delle aree a poca distanza dall’area dell’ex Macello – spiega Marrazzo – ma per alienare dei beni comunali ci vuole una delibera di consiglio e provvedimenti urbanistici che non erano stati previsti: hanno preso impegni che non si potevano mantenere».

Al privato era stato concesso il diritto di superficie di alcune aree aldilà del canale Villoresi a decorrere dal 31 maggio 2015, ma la subentrante giunta Scanagatti non ha proseguito nella direzione tracciata dalla vecchia amministrazione e ha deciso di non proseguire con gli accordi presi in precedenza. Così il privato, accampando il diritto su queste aree come sancito dai provvedimenti firmati dalla vecchia amministrazione, ha deciso di risolvere il contratto e avviare le iniziative legali nei confronti del Comune. «Non siamo stati noi a voler risolvere il contratto, ma non eravamo in condizione di adempiere alle condizioni indicate dalla precedente amministrazione che a sua volta non ha preso i provvedimenti necessari per adempiere a quella convenzione» conclude Marrazzo