Ex Macello di Monza, Comune condannato: ecco la storia completa (e le reazioni)

La corte d’appello di Milano ha confermato la sentenza di primo grado condannando il Comune di Monza. Ecco la cronistoria di un lungo, e controverso, caso urbanistico.
L’interno dell’ex macello di Monza
L’interno dell’ex macello di Monza

Ex Macello, il conto è servito. La corte d’appello di Milano ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Monza, condannando il comune a risarcire la società Hi Senses, firmataria del project financing approvato all’epoca della giunta di centrodestra Mariani per la riqualificazione dell’area dismessa di via Procaccini – Buonarroti. La vicenda, come sempre, è di quelle complesse e in questo caso pure a cavallo fra due amministrazioni: una (Mariani) che aveva approvato la convenzione, e l’altra (Scanagatti) che aveva deciso, con una delibera in autotutela, di bloccare il progetto. Ma andiamo con ordine.

La sentenza d’appello

Il pronunciamento della corte d’appello è del 26 luglio scorso e arriva a distanza di un paio di anni dalla prima sentenza pronunciata dal tribunale di Monza cui si era rivolta la società Hi Senses dopo aver sciolto il contratto sulla base di una clausola risolutiva contenuta in esso. Cui era seguita l’azione legale da parte del privato. La corte di Milano ha respinto l’appello avverso la sentenza di primo grado e le eccezioni procedurali presentate dal comune. Ha confermato la sentenza emessa dai magistrati monzesi, condannando il Palazzo ad un risarcimento da 2,3 milioni di euro. Piazza Trento, oltre all’indennizzo, dovrà anche versare le penali dovute e le spese legali, pari a 29mila euro. I 2,3 milioni destinati a Hi Senses, in realtà, erano già stati versati. Per capire però come si è arrivati fin qui, è necessario ricostruire l’intera vicenda.


La storia

Al centro del progetto di riqualificazione dell’ex macello c’è una delibera. È la numero 205 del 2012. La giunta di Marco Mariani è in dirittura d’arrivo, manca praticamente una settimana alle elezioni, ma il progetto è molto sentito dall’esecutivo. Almeno da una parte. La delibera per la “Convenzione per la progettazione e riqualificazione di una porzione dell’area dell’ex macello comunale di via Buonarroti” viene approvata in giunta (presenti il sindaco Mariani, gli assessori Marco Meloro, Pierfranco Maffé, Marco Baldoni, Cesare Boneschi, Alfonso Di Lio, Paolo Gargantini – poi deceduto – Andrea Arbizzoni, Silverio Clerici, Simone Villa e Lucia Arizzi, assenti Martina Sassoli e l’allora plenipotenziario azzurro in Brianza, Paolo Romani), ma nonostante il voto favorevole, c’è chi da tempo ha dei dubbi sul project financing. Un assessore, poi dimissionario, Osvaldo Mangone, nel 2011 invia una lettera agli allora segretario generale Vincenzo Fratantoni e direttore generale Mauro Ronzoni. La missiva (numero di protocollo 0097563) invitava a valutare l’eventualità di far adottare alla giunta un atto di sospensione in autotutela – cosa che poi farà la nuova giunta di Roberto Scanagatti – per una supplementare ricognizione su tutti gli atti amministrativi che riguardavano la convenzione. Convenzione che, nel frattempo, si era modificata ulteriormente con l’inserimento dello skate park finanziato dalla regione,e di aree esterne da destinare al privato in cambio del project financing. Giungendo infine l’intero progetto, finanziariamente parlando, dai 6 milioni iniziali ai 18 definitivi.


La giunta Scanagatti

È qui che il destino del project financing cambia. La giunta guidata da Roberto Scanagatti, infatti, decide non solo di fare marcia indietro sulla convenzione firmata con Hi Senses dalla precedente giunta con una delibera di autotutela, ma anche di mandare tutte le carte che riguardano il progetto alla Corte dei Conti.

Non solo. L’allora nuovo esecutivo invia anche una comunicazione agli ex amministratori di messa in mora. Il provvedimento, ovviamente, riguarda quelli che erano presenti il giorno dell’approvazione della delibera 205. Con il provvedimento di autotutela, l’esecutivo di centrosinistra scioglie gli accordi tra comune e Hi Senses (la delibera è la 405/2012) ed è uno dei primi interventi della nuova giunta. Da qui l’avvio della causa di oggi arrivata alla dirittura finale. Salvo, infatti, sorprese potrebbe essere quella definitiva.


I commenti/1: Dario Allevi

In Comune, almeno per ora, nessuno si sbilancia prima di leggere la sentenza della Corte d’Appello. Il sindaco Dario Allevi fa sapere di non aver ancora visto le carte e, di conseguenza, evita ogni commento. Nel 2012, quando la giunta Mariani ha approvato il progetto presentato da Hi Senses poi bloccato dall’amministrazione Scanagatti, era presidente della Provincia. Nella sua giunta, però, siedono alcuni assessori che hanno ratificato quella riqualificazione dell’ex Macello. Negli ultimi anni la Lega Nord e Marco Mariani, del resto, hanno criticato più volte la scelta del centrosinistra.

I commenti/2: Roberto Scanagatti

Non è una sorpresa per l’ex sindaco Roberto Scanagatti la sentenza della corte d’appello: «Era prevedibile – dice infatti – ma in ogni caso non potevamo adottare una delibera approvata praticamente una settimana prima delle elezioni e che prevedeva tutte le condizioni perché il privato, poi, potesse rivendicare dei diritti nei confronti del Comune. Tra l’altro, in base a questa convenzione, avremmo dovuto assegnare al privato terreni che non erano stati nemmeno individuati, con una procedura almeno anomala». Scanagatti ricorda inoltre che è ancora pendente la decisione della Corte dei Conti: «Furono gli stessi revisori del comune – dice – a consigliarci di segnalare tutto alla Corte dei Conti».