Ex Macello di Monza: com’è andato il progetto che costa alla città 2,3 milioni di danni

Sono dieci gli anni di storia che accompagnano il progetto per l’ex Macello, che ora costa alla città 2,3 milioni di euro di danni. Dal project financing al cambio degli accordi fino allo stop, ecco cosa è successo.
L’area dell’ex macello
L’area dell’ex macello Fabrizio Radaelli

Era il 29 dicembre 2005: la società Eurogroup, in qualità di promotore di un project financing presenta una proposta di riqualificazione dell’area dell’ex Macello. Dopo un anno il Comune approva lo studio di fattibilità per la ristrutturazione degli edifici dell’ex Macello e la giunta, un anno dopo, dichiara di pubblico interesse la proposta di Eurogroup. Il progetto viene avviato durante la giunta Faglia e viene poi proseguito dalla giunta Mariani che porta avanti il progetto HubYoung che prevede l’inserimento, con un bando regionale, di attività per i giovani che devono integrarsi con il progetto di Eurogroup.

Qui nascono le prime frizioni dettate dalla presenza, secondo il privato, di “elementi che possono incidere negativamente sulle opportunità di sviluppo concesse nonché sull’equilibrio economico del progetto”. Si tratta in particolare dello skate park che andrebbe ad eliminare il parcheggio previsto dal privato che contribuiva all’equilibrio economico del progetto. La giunta Mariani rivede il le condizioni e avvia le procedure per assegnare al privato, come risarcimento di quelle che il privato indicava come elementi “ostativi” all’interno dell’area, altre aree al di fuori della zona dell’ex Macello. L’atto definitivo alla fine di marzo del 2012, un mese prima delle elezioni e del cambio di amministrazione comunale.

Con l’arrivo della giunta Scanagatti, l’amministrazione procede alla stesura di una delibera in “autotutela” con la quale congela gli accordi presi dalla precedente amministrazione, ritenendoli inattuabili. La società Hi-Senses (subentrata ad Eurogroup) impugna il contratto e avvia un procedimento legale contro il Comune chiedendo i danni.

Il ricorso del Comune viene respinto al Tribunale amministrativo e anche la Corte d’Appello ha negato la sospensiva del procedimento. Il Comune è tenuto ora a pagare 2,3 milioni di euro di danni quantificati dal Tribunale. La sentenza definitiva su questa vicenda è prevista per il 2016.