Estrema destra in Comune a Monza: Scanagatti accusa Allevi

A Monza Scanagatti chiede ad Allevi di prendere le distanze dall’estrema destra dopo le polemiche. Il nuovo sindaco: «Si faccia un esame di coscienza sul perché ha perso».
Dario Allevi e Roberto Scanagatti
Dario Allevi e Roberto Scanagatti

La polemica rischia di essere surreale, eppure da un paio di settimane tiene banco su alcuni giornali nazionali che dipingono Monza come una sorta di covo di neonazisti. La pietra dello scandalo sarebbe il neo assessore allo Sport Andrea Arbizzoni, eletto anche con i voti di Lealtà Azione. Nella coda di campagna elettorale più velenosa delle ultime tornate si inserisce l’ex sindaco Roberto Scanagatti: «La questione – attacca – non è Arbizzoni: lo conosciamo da vent’anni ed è vero che non è mai arrivato con i carri armati. Il problema è del primo cittadino». «Per la prima volta – prosegue – alcune forze di ultradestra hanno rivendicato il loro ruolo in una elezione amministrativa: vorrei sapere se Dario Allevi dovrà pagare qualche prezzo e se la sua azione sarà nel segno dell’antisemitismo e della xenofobia che queste associazioni propugnano. Prenda le distanze da valori di questo genere: è troppo facile scaricare tutte le colpe su Arbizzoni».

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«Di fronte alla più grande tragedia dell’umanità – replica il sindaco – non si può scherzare. Io sono lontano un milione di anni luce dal nazismo e dall’antisemitismo: Scanagatti, però, cominci a pensare ai problemi della città». Né prima né dopo la campagna elettorale, aggiunge, ha incontrato esponenti di Forza Nuova o Casa Pound come non ha incontrato le migliaia di mozesi che lo hanno sostenuto. «Arbizzoni – ricorda – è stato candidato in Fratelli d’Italia e ha ottenuto 455 preferenze in quanto ha sempre lavorato per il bene del territorio, è conosciuto ed è stimato». Il sindaco, infine, lancia un appello al suo predecessore: «Cominci – suggerisce – a farsi un esame di coscienza sui motivi per i quali i cittadini lo hanno mandato in pensione. Non capisco perché dovrei essere definito fascista ora quando non lo sono stato nel 2007 e nel 2009: il mio competitore alle provinciali non mi ha mai attaccato. È questione di stile».

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