Emergenza profughi: al centro di Limbiate i primi 19 arrivi, a Monza riapre la tenda dello Spallanzani

Si tratta di persone in arrivo da Mali e Senegal. La Lega Nord ha annunciato immediatamente un presidio per protestare contro l’accoglienza negli spazi dell’ex provincia brianzola. A Monza è stata ripristinata la mini tendopoli dello Spallanzani: i posti letto all’interno del centro sono esauriti.
I primi profughi sono arrivati nel mini hub di Mombello
I primi profughi sono arrivati nel mini hub di Mombello

Sono arrivati i primi profughi al mini-hub creato nell’ex sede della provincia di Monza e Brianza a Mombello. Si tratta di 19 persone, in arrivo da Mali e Senegal. I profughi sono giunti negli spazi sistemati nelle scorse settimane per l’accoglienza nella tarda serata di giovedì, in arrivo da Monza. Immediate le polemiche da parte ci coloro che da sempre contestano la scelta della provincia.

Secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi da Roberto D’Alessio, presidente del Consorzio Comunità Brianza, soggetto capofila di 23 associazioni che gestisce in prima persona l’accoglienza , la presenza dei profughi nel centro limbiatese sarà di circa 45 giorni, dopo di che dovrebbero andare in un altro alloggio. «La presenza media – ha precisato D’Alessio – sarà di una trentina di profughi, tutti uomini e alloggeranno in stanze da 4 o 6 posti, i cui letti avranno materassi e lenzuola ignifughe.

All’interno del centro non ci sono le cucine e quindi riceveranno pasti monoporzione che possono essere conservati per venti giorni. Insegneremo l’italiano e come si vive qui. Il nostro presidio sarà 24 ore su 24». La Lega Nord ha immediatamente annunciato per stasera, venerdì 17 aprile, alle 21 un presidio fuori dal centro in via Bonaparte.

A Monza invece è stata ripristinata la mini tendopoli dello Spallanzani: i posti letto all’interno del centro sono esauriti e, di conseguenza, i gruppetti di profughi arrivati in città nella notte tra lunedì e martedì e mercoledì non hanno trovato altra sistemazione. Sono in tutto una trentina.

È l’effetto degli ultimi sbarchi sulle coste italiane mentre sale la temperatura politica (e salgono le polemiche) per le dichiarazioni del segretario della Lega nord Matteo Salvini contro la richiesta del governo alle Regioni di aprire all’accoglienza verso i migranti. E sono anche le ore delle drammatiche notizie del naufragio di un barcone proveniente dalla Libia, che sarebbe costato la vita a 400 persone: lo hanno raccontato alcuni profughi arrivati a Reggio Calabria ai volontari di Save the children.
Un bilancio aggravato dal soccorso portato a un barcone alla deriva al largo della Sicilia con a bordo donne e uomini ustionati dallo scoppio di una bombola di gas: una novantina le persone a bordo, una donna morta, tantissimi feriti ricoverati a Catania e Palermo.

«Questa – afferma Roberto D’Alessio – dovrebbe essere l’ultima volta che utilizziamo le tende». Dovrebbe, ma non è detto in quanto con la bella stagione i viaggi in mare di chi scappa dalla guerra e dalla miseria aumenteranno e la cinquantina di brande disponibili tra Monza e Limbiate potrebbe non essere sufficiente per la sosta a rotazione, necessaria per sbrigare le prime pratiche e smistare i migranti in appartamenti e strutture religiose.

In tutta la Provincia, intanto, cresce il numero dei giovani profughi impegnati in attività di volontariato e in lavori socialmente utili per conto di comuni e associazioni. Le modalità di impiego sono definite da un protocollo firmato dalla Prefettura, dal Consorzio Comunità Brianza e dai sindacati già sottoscritto dalla metà dei comuni del territorio.
L’adesione di Monza arriverà nei prossimi giorni, come anticipa il vicesindaco Cherubina Bertola: «Queste attività – afferma – rappresentano una via attraverso cui i migranti restituiscono alla comunità una parte di ciò che hanno ricevuto attraverso l’accoglienza. Stiamo analizzando gli ambiti in cui possono intervenire: non sono molti perché, a differenza di chi sceglie i lavori socialmente utili come alternativa alle pene previste dal mancato rispetto del Codice della strada, non possono essere inseriti in uffici né possono svolgere servizi rivolti al pubblico in quanto non parlano l’italiano».

Il Protocollo, inoltre, esclude l’utilizzo di attrezzature o macchinari potenzialmente pericolosi: ecco quindi che il campo di azione in cui possono essere impiegati si restringe. Alcuni comuni, come Lissone, hanno affidato loro la tinteggiatura delle cancellate delle scuole, altri il riordino dei giardini e dei parchi pubblici. Il volontariato, aggiunge l’assessore, costituisce un modo per valorizzare le competenze dei giovani e per favorire l’integrazione: «A Monza – prosegue la Bertola – i richiedenti asilo in appartamenti e alberghi sono un’ottantina. Non sono molti per una città di 120.000 abitanti e il modello di accoglienza funziona tanto che non abbiamo ricevuto nessuna lamentela dai loro vicini».