Elezioni 2017 a Monza: Scanagatti pubblica un libro su se stesso

A poco più di un mese dalle elezioni a Monza arriva il libro sui primi cinque anni di Scanagatti da sindaco (costa 5 euro): si intitola “Delfini nel Lambro”. Ecco di cosa si tratta, con qualche dimenticanza.
Scanagatti al Cittadino e la copertina del libro
Scanagatti al Cittadino e la copertina del libro

A un mese dalle elezioni o poco più spunta il libro-intervista a Roberto Scanagatti: 110 pagine, 5 euro (così ai banchetti delle primarie), pubblicato dal “Comitato Roberto Scanagatti Sindaco di Monza”, a cura di Angelo Maria Longoni (redattore in pensione del Cittadino). Si intitola “Delfini nel Lambro” e ha un senso ben preciso: quando il sindaco uscente è stato eletto nel 2012 ha avuto due richieste da un cittadino per lui molto speciale (nella prefazione non lo dice, ma è il nipotino, il che giustifica anche la foto di copertina un po’ “papagiovanniventitreesimo”, quello che date una “carezza ai vostri figli”): le richiesta erano di far tornare l’acqua nelle fontane e i delfini nel Lambro.

«Sul primo punto il risultato è stato raggiunto» scrive il primo cittadino fiducioso (ma non è che tutte le fontane di Monza siano proprio in forma), «sul secondo no». Anche se, ricorda, sono arrivati una balena in piazza San Paolo (per una mostra, Naturales quaestiones) e i dinosauri al parco (idem, due mostra, la seconda in arrivo). La lunga intervista ha per sottotitolo “Roberto Scanagatti racconta i primi cinque anni alla guida di Monza”. Ci sono ventuno capitoli che partono dal “ruolo di Monza” e passano alla solidarietà post terremoto, quindi spending review comunale, il disagio sociale, i giovani, la scuola, sport ed Expo, il turismo e la reggia, autodromo e metropolitana, urbanistica, viale lombardia, ambiente e pulizie di primavera, partecipazione, cultura, sicurezza, profughi e il papa per concludere. Insomma, quello che il sindaco uscente vuole raccontare di sé e dei suoi ultimi cinque anni.

Scanagatti sostiene di essere stato sindaco 24 ore su 24 come la Croce rossa, di avere un solo rammarico, non avere migliorato l’aria (pessima) di Monza, di avere restituito alla città il ruolo che le compete «in Italia e all’estero», vanta il risultato di non avere sostituito assessori («è la prima amministrazione che non perde pezzi»), ribadisce di avere ereditato un buco da 9 milioni di euro e di averlo risanato prolungando una polemica che ha tenuto banco nelle ultime settimane.

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Non si tratta evidentemente di un testo critico, dal momento che il committente è il comitato della campagna elettorale del sindaco, ma vale la pena capire quali meriti si vuole portare a casa Scanagatti, oltre a quelli citati. Uno dei problemi maggiori, per esempio, è la stazione e i livello di sicurezza (basso) ma il libro è stato mandato alle stampe prima che il ministro Minniti venisse a Monza a garantire interventi, quindi Scanagatti si limita a dire che «la stazione ferroviaria è da sempre un luogo troppo poco accogliente per chi arriva da fuori (…) purtroppo è una caratteristica comune a tutte le stazioni ferroviarie» e che questi luoghi «andrebbero completamente ripensati». Probabilmente i pendolari pensano soltanto che non vorrebbero vedere risse e violenze mentre entrano o escono dalla stazione (come questa, questa, questa, questa, questa, questa, questa).

Il sindaco uscente del Pd rivendica soprattutto il più grosso colpo, sulla carta, portato a casa in questi cinque anni: lo studio di fattibilità per prolungare la metropolitana 5 di Milano fino alla Villa reale e poi al polo istituzionale, l’area di via Grigna. I fondi per lo studio, una volta di più, sono stati confermati dalla finanziaria del governo. «Tre stazioni sono fondamentali e irrinunciabili: il parco con la Villa reale, l’ospedale San Gerardo e il Polo istituzionale. Quest’ultima fermata mi piacerebbe chiamarla “Monza e Brianza”, perché la considero una vera e propria porta che si apre sul territorio brianzolo».

Porte che si aprono e porte che si chiudono: i profughi. Scanagatti scarica sul prefetto la responsabilità del caso via Asiago («fin dall’ottobre 2015 avevo manifestato la mia contrarietà») e poi detta la linea: «Progressivamente i richiedenti asilo non saranno più in carico alla prefettura, ma sarà il Comune a gestire direttamente l’accoglienza. Questo significa che sicuramente non ci saranno più situazioni di alte concentrazioni che, abbiamo visto, creano tensioni sociali». Nel frattempo il ministro Minniti ha dimezzato il numero di profughi in via Asiago.

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«So bene che il diritto all’accoglienza è sancito dalla Costituzione e quindi è mio dovere farlo rispettare, ma so altrettanto bene che i nostri cittadini hanno diritto a vivere in tranquillità». E quindi? «Chi è ospite deve restituire una parte dell’accoglienza che riceve. In molti casi si tratta di persone giovani e in buona salute. Vederli bighellonare in giro non va bene per niente e i soli corsi di alfabetizzazione non sono sufficienti». Scanagatti vuole replicare il servizio a fianco dei giardinieri dei profughi per esempio con volontariato civico, nonni civici, guardie ecologiche, conversatori per le lingue straniere.

Note a margine: in uno degli ultimi capitoli il sindaco Scanagatti – senza soluzioni di continuità tra il ruolo di sindaco in senso stretto e quello (in quanto sindaco) di presidente del Consorzio Villa reale – fa vanto dei risultati delle mostre, incluse quelle organizzate da Nuova Villa reale spa di Attilio Navarra, senza nominarlo. Ma non è l’unica dimenticanza: sollecitato sulle due mostre in una sola opera con tele di Caravaggio, dice che «grazie a un rapporto instaurato con il Fondo edifici di culto (…) e a un gruppo di sponsor, abbiamo potuto esporre gratuitamente durante il periodo pasquale nel 2015 il San Francesco (in meditazione, ndr) e l’anno successivo la Flagellazione (di Cristo, ndr)».

Note a margine, si diceva: entrambe le mostre con opere di Caravaggio sono state organizzate dal Consorzio Villa reale con il Cittadino, con tante collaborazioni (a partire dal Fondo edifici di culto), molti partner, tanti patrocini (incluso quello del Comune) e indispensabili sponsor (Camera di Commercio di Monza e Brianza, Confindustria Monza e Brianza, Rottapharm Biotech tra gli altri).

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